L’attesa è stata lunga, ma finalmente è finita. La stazione di Mondovì ha di nuovo il suo bar. E non si tratta di un locale qualunque, ma del “Caffè Sociale”: un locale fondato su un forte senso etico, una filosofica “eco” e un’attenzione verso i prodotti a km-zero. Bandite le slot machines, che con la passata gestione “godevano” addirittura di una saletta apposita e riservata. Ma non solo: niente bottiglie in plastica usa e getta, ma acqua minerale servita alla spina in borracce da acquistare. Niente super alcolici, niente sigarette o tabacchi, niente gratta & vinci, personale a contratto assunto fra le fasce deboli.
CHUSO DA 5 ANNI
Il bar della stazione era chiuso dall’estate del 2014. Il cammino per la riapertura è stato lunghissimo, perché il precedente gestore aveva tirato giù la serranda senza preavviso e lasciando un contenzioso aperto con RFI, proprietario degli immobili. In questo contesto si è fatta avanti l’Associazione “MondoQui”, che qualche anno prima aveva ottenuto in comodato la vecchia sala di attesa della prima classe e un altro locale per organizzarvi attività culturali, musica e incontri. Un’iniziativa nata allo scopo di rivitalizzare la stazione, che da troppo tempo era divenuto un angolo “di frontiera” in città, teatro di episodi di cronaca ripetuti e per nulla piacevoli (dallo spaccio di droga alle rapine). In seno all’Associazione è nata la cooperativa “Franco Centro”, una coop “di tipo B” con un forte senso etico, che ha ottenuto da RFI la gestione del bar.
MOBILI COSTRUITI A MANO
La riapertura è stata un traguardo a cui i volontari hanno lavorato per anni, superando le difficoltà della burocrazia, aggiungendo idee e dettagli al progetto e costruendo persino gli arredi, utilizzando oggetti di recupero o di seconda mano. Il bar si presenta accogliente ed elegante, decisamente lontano dall’immagine del caffè “mordi e fuggi” a cui si potrebbe pensare considerando la location. I contratti stipulati coi dipendenti sono vincolati alla forma giuridica sociale della cooperativa, con attenzione specifica ai soggetti di fascia debole. Nel “Caffè Sociale” lavorano soprattutto donne. Un angolo del locale è destinato ai prodotti a km-zero del gruppo di aziende “Intrecci”. Il gradimento da parte dell’utenza non si è fatto attendere: nei primi giorni di apertura il “Caffè Sociale” ha fatto registrare il pienone.
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