Un finale “inglorioso” si staglia all’orizzonte della Every, una delle aziende storiche per Carrù e i carrucesi. E alla fine, in questa brutta storia, a perdere sono tutti. Quello che potrebbe essere l’ultimo atto si è verificato giovedì scorso, quando ai rimanenti sei dipendenti è stato comunicato l’avviso di licenziamento. Ma per capire bene la situazione occorre fare un passo indietro. La nuova gestione, che ha preso il nome di “Every intimo”, aveva dato il la, a marzo 2018, al nuovo corso, affittando l’azienda e i locali dalla ditta “Every”. Si tratta anche di una questione familiare perché il nuovo gestore è il nipote del precedente ad, nonché figlio della proprietaria. A livello burocratico bisogna quindi distinguere fra la “Every” e la “Every intimo”.
Oltre 60 dipendenti negli anni '90
Cos’è poi successo in questi ultimi giorni? La “Every intimo” si è trovata costretta a disdire il contratto di affitto precedentemente stipulato e i sei dipendenti sono quindi ritornati sotto la ditta madre “Every”, che non ha potuto far altro, vista la situazione di sofferenza debitoria, se non avviare le pratiche di licenziamento. L’azienda “Every intimo”, è bene precisarlo, non ha invece cessato l’attività, continuando ad utilizzare fra le proprie risorse l’unica dipendente che era stata assunta direttamente (e non “presa a prestito” dalla Every). La “Every”, e molti se lo ricorderanno, nei primi anni ’90 aveva sotto di sé oltre una sessantina di dipendenti. Le cose procedevano bene, fino a quando è subentrata la crisi con le sue interminabili difficoltà. Da lì in poi le cose sono lentamente precipitate. «É come quando hai un parente gravemente malato, e prima o poi sei preparato al peggio», ci racconta una ex dipendente. Proprio su queste colonne, lo scorso maggio, avevamo riferito di un altro sviluppo: il licenziamento di quattro lavoratori a ridosso dell’inizio dell’estate. Da 10 il parco lavoratori era stato ridotto a sei, fino agli avvenimenti degli ultimi tempi.
Quale futuro?
Il futuro per chi ha perso il lavoro ora resta nebuloso. Angelo Vero e Maria Grazia Lusetti, rappresentanti delle sigle sindacali Femca Cisl e Filctem Cgil hanno seguito da vicino tutto l’iter della vicenda. «Il licenziamento purtroppo – spiega Vero – rappresenta l’unica via d’uscita. Gli ex dipendenti possono così accedere agli ammortizzatori sociali: ora percepiscono l’indennità mensile di disoccupazione tramite la NASpI. Un paio di loro dovrebbero riuscire ad agganciarsi alla pensione. La “Every intimo” ci aveva presentato il piano di rilancio poco più di un anno fa, sembrava fosse cominciato un nuovo percorso virtuoso». Purtroppo però le difficoltà, nonostante tutto, sono state insormontabili. L’intenzione è quella comunque di trovare una via alternativa, per proseguire. «C’è stato un calo della produzione – ci avevano dichiarato dalla “Every intimo” dopo i primi licenziamenti a maggio –, tutto quello che facciamo non è sicuramente a cuor leggero». I troppi debiti rendono infatti per ora impossibile proseguire. Dai sindacati fanno sapere come esistano ancora delle vertenze legate a chi nel corso di tutti questi anni se ne è andato ed è in attesa di ricevere il proprio il tfr. Il fallimento della “Every” non è ancora stato notificato, ma resta «molto probabile». La storica corsetteria ha nell’intimo e nel lavoro artigianale e pregiato il suo prodotto di punta, assieme a busti, reggiseni e body. Il rischio è che se ne vada via un pezzo della storia del paese, dopo più di 55 anni.