La Luce al Buio di Club to Club #LONGDRINK

Dal 30 ottobre al 3 novembre la kermesse torinese dedicata all’elettronica e all’avant-pop

"La Luce al Buio" è un’espressione che potrebbe sembrare quasi un ossimoro, quanto un “Ghiaccio Bollente” o “Brivido Caldo” (usati anche come titoli di canzoni, rispettivamente da Tony Dallara e Matia Bazar), in realtà sta a testimoniare il tentativo che si fa in musica per mettere luce là dove i contorni mancano, là dove tutto è oblio e silenzio.

La musica e il suono fanno questo: portano luce e colore, una dimensione aggiuntiva a quella visiva, tridimensionalità ad un’immagine di contorno. Quelli di Xplosiva non potevano scegliere una migliore espressione (usata per il secondo anno consecutivo) per definire la loro idea di offerta musicale e per lanciare l’edizione 2019 di Club to Club.

La Storia

Questo festival poco meno di 20 anni fa rappresentava un tentativo di portare all'attenzione delle persone, e dei giovani soprattutto, la musica sotto una lente nuova ed un altro spirito: la volontà era quella di innovare l’esperienza musicale nei luoghi di aggregazione principali ad essa dedicata, i club. Nato a inizio del nuovo millennio come esperimento per raccontare e dare soprattutto una nuova dimensione al clubbing che viveva un periodo di profonda trasformazione, Club to Club (lo si trova anagrammato anche come C2C) ha avuto la capacità di diventare negli anni un vero e proprio punto di riferimento per la città di Torino, uno di quei marchi che hanno fatto del capoluogo sabaudo la città di riferimento per l’avanguardia musicale, almeno ancora per tutti gli anni zero (dopo un'epifania avviata a fine anni ‘90).

Nei locali della città all'epoca prevalentemente destinati ai live di musica rock o, al contrario, a serate “a tema” per studenti universitari in cui predominava musica commerciale, si scelse un'offerta per appassionati che potesse coinvolgere quelle generazioni che non disdegnavano la dancehall, ma che parimenti ricercassero nuovi stimoli. Per farlo l’idea di un festival itinerante (in alcune edizioni si muoveva per la città anche un tram “musicale”) tra i principali club della città, prima concentrati in una zona della città, poco a poco sparsi lungo tutte le arterie principali, dal centro alla periferia: ricerca di nuovi spazi di aggregazione sotto la luce di sonorità sofisticate.

Il grande dispenser di novità era rappresentato dalla musica elettronica che, complice la rapida digitalizzazione delle strumentazioni musicali, acquisiva una maggiore importanza. E se a metà anni ‘90 ebbe inizio una vera e propria ondata di novità, le etichette come la Mute Records, la BPitch Control o la Raster Noton, erano sempre più quotate; il genere ottenne la sua prima vera e propria indipendenza stilistica ed artisti come Aphex Twin, Jeff Mills, Ricardo Villalobos, Apparat, Paul Kalkbrenner o Ellen Allien trovavano spazio nelle parti scritte in grande dei cartelloni dei principali festival internazionali.

Oggi l’elettronica è probabilmente unico genere capace di essere avanguardia ed allo stesso tempo fedele alla contemporaneità: contaminazione delle più svariate influenze musicali, generatore di un unico flusso, fatto di mondo futuribile e di una dimensione popolare del mondo di oggi.
Questo il grande pregio di Club to Club che tra dal 30 ottobre al 3 novembre si svilupperà su Torino e che avrà negli spazi delle Officine Grandi Riparazioni suo luogo ideale di declinazione.

Gli artisti in cartellone

Per frequentare un festival nel migliore modo possibile si dovrebbe dimenticare il cartellone e scegliere (almeno) un giorno da dedicare a questa esperienza; una volta poi raggiunto il luogo in cui si compie il rito dedicarsi a tutto ciò che corpo e sensi possono permettere di ascoltare.

Una liturgia profana, senza presunzione di onniscienza, a cui abbandonarsi
per approfondire ciò che si conosce o scoprire qualche “novità”.

Inutile dire quindi che i consigli che vengono qui proposti sono filtrati dalla lente di chi scrive, ma è altrettanto vero che andando a leggere le prime due righe della line up non ci si può davvero sbagliare.

la line up di Club2Club la trovate qui: https://clubtoclub.it/it/c2c19/#lineup

CHROMATICS

I Chromatics sono una band americana che basa molto l’aspetto emozionale sulla voce effettata della cantante Ruth Radelet e le atmosfere oniriche create da un synth onnipresente, una chitarra dai riff melodici e ossessivi, ed una batteria elettronica che tanto sa di anni ‘80.

FLUME

L’australiano Harley Edward Streten, in arte Flume, ha avuto una carriera assai folgorante che gli ha permesso, al secondo album (Skin nel 2016), di aggiudicarsi anche un Grammy Award: grande capacità la sua di muoversi tra le atmosfere elettroniche e la musica pop, come testimonia un brano come Never Be Like You o il mixtape del 2019, Hi This Is Flume, che ha colto molti di sorpresa per lo stile sperimentale.

JAMES BLAKE

L’inglese James Blake invece rappresenta uno dei volti nuovi del “nuovo” R&B, un modo diverso e assai personale di intendere il genere: un’opera di riduzione e di pulizia sugli strumenti, per dare alla voce il posto di totale e unica protagonista.

BATTLES

I Battles sono forse gli artisti che più di altri guardano alle esperienze anni ‘90 del rock come ad un cordone dal quale non staccarsi, ma che al tempo stesso, più di tutti gli altri rockers del periodo messi insieme, hanno saputo trasformare il loro suono in un flusso a dir poco avveneristico.

THE COMET IS COMING

The Comet Is Coming (già comparsi su CC51 qui) sono l’esperienza live più interessante e di rottura forse in questa edizione: capaci di trasformare la musica elettronica in jazz, e viceversa, a seconda del punto di partenza che si intende scegliere: una perfomance a dir poco fisica.

FLOATING POINTS

E se Floating Points è uno degli artisti più innovativi e sperimentali nella musica elettronica attuale – a C2C presenterà il nuovo album Crush (uscito da poco per Ninja Tune) –, Helado Negro ne sarà sicuramente l’emblema più variopinto di tutta l’edizione.

Tutte le info su www.clubtoclub.it

Tickets. qui

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