Dopo Manet e Kandiskij, la Fondazione CRC porta a Mondovì l'arazzo di Raffaello. Una poesia per agoe e filo, restaurata, in mostra al Museo della Ceramica
Il primo era stato il Cavaliere di Manet, approdato al Museo della Ceramica di Mondovì dopo essere stato affidato alle cure del Centro di Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”. Poi era arrivato lo “Spitz Rund” di Kandiskij, l’autunno scorso. In questi giorni arriva a Mondovì una terza grande opera d’arte, frutto della collaborazione tra la Fondazione Crc, l’Ente di restauro e il Comune di Mondovì. Quest’anno si tratterà di un lavoro molto molto particolare, targato Raffaello: si tratta infatti di un arazzo, “Madonna del Divino Amore” conservato al Museo Pontificio di Loreto. Il manufatto risale all’inizio del Cinquecento, ed è un prodotto della raffinata tradizione artigianale di Bruxelles, realizzato basandosi su un cartone derivante da un’opera di Raffaello Sanzio. Come negli scorsi eventi, i monregalesi saranno i primi ad avere l’opportunità di ammirare l’arazzo dopo gli interventi dei restauratori. La mostra, con inaugurazione venerdì 15 novembre alle 17, sarà visitabile fino a domenica 15 marzo il giovedì e venerdì dalle 15 alle 18, sabato e domenica dalle 10 alle 18. L’ingresso all’iniziativa è libero. Durante il periodo di apertura sarà promosso un ricco programma di laboratori didattici per le Scuole, a cura del Museo della Ceramica.
L’antica e prestigiosa arte dell’arazzo
Sarà l’occasione per approfondire una branca artistica meno nota e frequentata dal grande pubblico, ma di grandissimo pregio: quella della tessitura d’arte. Il mondo degli arazzi è antico e prezioso, i visitatori avranno l’occasione di scoprire come è realizzato un arazzo, approfondendone tecniche esecutive (le diverse modalità di tessitura a telaio e di tintura), i materiali utilizzati (lane, sete, filati metallici), e come si conserva e restaura. L’appuntamento si inserisce nella cornice delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte dell’artista urbinate. Inoltre è l’occasione per approfondire il percorso che da un suo disegno, spesso su cartone preparatorio, ha portato in alcuni casi alla creazione di una nuova opera, anche al di fuori dell’arte pittorica (in particolare questa immagine del maestro, denominata “Madonna del Divino Amore” godette di particolare fortuna critica, soprattutto nel XIX secolo).
Un tesoro del santuario di Loreto
L’opera era parte di una serie tessuta su modello raffaellesco raffigurante episodi della vita della Vergine, commissionata dal potente vescovo di Liegi, Érard de la Marck. Nel XVII secolo divenne proprietà di papa Alessandro VIII Ottoboni e nel 1723 il nipote, il cardinale Pietro Ottoboni, ne fece dono al Santuario di Loreto. «Dopo i progetti che hanno portato a Mondovì opere di Manet e Kandinskij, continua l’impegno della Fondazione per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, che quest’anno porta al Museo della Ceramica l’arazzo ‘La Madonna del Divino Amore’, in anteprima assoluta dopo la conclusione dell’intervento di restauro – commenta il presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta –. Una nuova e importante tappa di un percorso di promozione dell’arte e della bellezza, realizzato grazie alla collaborazione con il Centro di Conservazione e Restauro ‘La Venaria Reale’, coinvolgendo quest’anno un’istituzione prestigiosa quale il Museo Pontificio di Loreto».
«Sono molto grato alla Fondazione CRC che ha deciso finanziare il restauro di un manufatto di così grande valore come ‘La Madonna del Divino Amore’, realizzato su disegno di Raffaello – aggiunge l’arcivescovo delegato pontificio di Loreto, mons. Fabio Dal Cin –. Altrettanta gratitudine devo, oltre che a coloro che ne ospiteranno l’esposizione a Mondovì, al Centro Conservazione e Restauro ‘La Venaria Reale’, per l’attenzione e la competenza con cui le sue maestranze si stanno prendendo cura degli arazzi patrimonio del Santuario di Loreto. Infatti, oltre a vari interventi di manutenzione, ricordo il loro restauro, alcuni anni fa, di un altro arazzo che si conserva nel nostro Museo Pontificio, ‘La pesca miracolosa’, anch’esso su disegno di Raffaello. Auguro dunque ogni successo alla mostra e confido nel prosieguo di tutte queste collaborazioni».
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