Possiamo ancora documentare, quasi in tempo reale (grazie alla ottima collaborazione a distanza di don Federico Boetti, via WhatsApp), le tappe del pellegrinaggio in Terra Santa, da parte del gruppo di diocesani monregalesi, accompagnati dal vescovo mons. Egidio Miragoli, e con la guida del biblista prof. Michelangelo Priotto. Così possiamo riferire delle soste significative, venerdì, ad Ain Karen luogo della Visitazione di Maria ad Elisabetta, ad Yad Vaschem sito di memoria delle vittime della Shoah, a Betlemme, al Campo dei pastori ed alla Basilica della Natività.
(f.b.) - Abbiamo iniziato la mattinata di venerdì con la celebrazione eucaristica nella Chiesa della Visitazione ad Ain Karem per ricordare l'incontro tra due donne in attesa, Maria ed Elisabetta. Conclusa la Messa ci siamo avviati dalla parte opposta per visitare la Chiesa di San Giovanni Battista, luogo dove la tradizione afferma che sia nato. Il resto della mattinata è stato dedicato alla toccante visita dello Yad Vaschem, luogo dove si preserva la memoria delle vittime della Shoah (6 milioni) e dei giusti, ovvero di coloro che, pur non essendo ebrei, rischiarono la loro vita per salvare quella degli ebrei. Spostatici a Betlemme, in territorio palestinese, abbiamo dapprima visitato il Campo dei pastori, a Beit Sahur, luogo dove i pastori ricevettero l'annuncio della nascita del Salvatore, e poi siamo andati alla bellissima Basilica della Natività, l'unico edificio cristiano che evitò la distruzione persiana durante il 614 grazie alla presenza, sul prospetto della stessa, della raffigurazione dei Magi nel costume nazionale persiano. Dopo una lunga attesa, dovuta ai numerosi fedeli in coda, ciascuno di noi ha avuto la possibilità di toccare con mano e di pregare sul luogo in cui il Cristo è nato.