Giovedì sciopero dei dipendenti dell’Agenzia delle entrate

Comunicato a firma dei sindacati FP-Cgil, FP-Cisl, UUILPa-Uil, UNSA e FLP

«I lavoratori delle Agenzie Fiscali rompono gli indugi e scendono in piazza a difesa di un fisco giusto, del loro diritto a fornire servizi adeguati ai cittadini e recuperare davvero l’evasione fiscale. Per questo il 23 gennaio prossimo sono previste, in contemporanea per tutti gli uffici sia dell’Agenzia delle Entrate che dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, assemblee di due ore che paralizzeranno la macchina fiscale. Inoltre, il successivo 6 febbraio è annunciata una manifestazione nazionale a Roma, sotto la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, e nelle maggiori città italiane. Sin dai prossimi giorni, intanto, partiranno forme di mobilitazione a livello locale per sensibilizzare la cittadinanza su una situazione che è ormai diventata drammatica.

I lavoratori delle Agenzie stanno operando con una carenza di personale che non permette ormai nemmeno più di coprire i servizi essenziali, figuriamoci fare la lotta all’evasione fiscale. Inoltre, non percepiscono da oltre due anni il salario di produttività, nonostante tutti gli obiettivi fissati dalle Convenzioni con il Ministero dell’Economia siano stati puntualmente raggiunti. A tutto questo si aggiunge il taglio continuo dei fondi per i lavoratori, un’organizzazione obsoleta e la paralisi dovuta all’assenza di un interlocutore, in quanto la politica non è stata capace di nominare né i direttori dell’Agenzia – nomine di competenza governativa – né i comitati di gestione, la cui nomina spetta invece al solo Ministro dell’Economia. “Sinora – hanno dichiarato i sindacati nazionali di settore – abbiamo atteso con molto senso di responsabilità perché il Governo aveva promesso soluzioni ai problemi da noi posti con il Decreto Fiscale e la successiva Legge di Bilancio. Dopo il 10 dicembre, data fissata per un incontro con il Viceministro Misiani e successivamente dallo stesso cancellata, il Governo è sparito dai nostri radar e le promesse fatte sono state disattese completamente”.

La stessa questione della dirigenza e delle figure di coordinamento intermedie sembra ormai un drammatico gioco dell’oca: sono state istituite per legge posizioni professionali che rischiano di essere bocciate dalla Corte Costituzionale, che dovrà pronunciarsi sulla loro legittimità il prossimo 25 febbraio. Qualora ciò dovesse accadere, le agenzie sarebbero riportate alla “casella di partenza”, senza direttore generale, senza comitato di gestione e senza dirigenti. “Nel frattempo, però - denunciano i sindacati - continuiamo ad assistere alle passerelle televisivedei nostri governanti che assicurano che nel 2020 dalla lotta all’evasione fiscale arriverà un tesoretto di oltre 3 miliardi”.
Nella situazione attuale questa è un’utopia e i lavoratori del fisco non vogliono rendersi complici di un buco nel bilancio dello Stato che è attribuibile esclusivamente a coloro che non si stanno occupando di investire nella macchina fiscale e nei suoi lavoratori.

Per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli la prima scadenza è ancor più ravvicinata: il 31 gennaio è prevista la Brexit, con un aumento esponenziale dei traffici merci sull’Italia, e l’Agenzia non ha il personale per fronteggiare una probabile emergenza né i soldi per il pagamento dei servizi istituzionali e delle indennità previste per legge. “Stiamo difendendo i nostri salari – concludono le forze sociali – ma soprattutto il nostro diritto/dovere di lavorare per lo Stato e i suoi cittadini in maniera concreta ed efficace, con un’organizzazione moderna e funzionale”.

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