Presidio e sciopero all'Alpitel contro i licenziamenti. Per il necessario confronto con i lavoratori del gruppo Alpitel, assemblea sindacale presso lo stabilimento di Nucetto, con successive due ore di sciopero e con presidio nel piazzale antistante. Mercoledì presso Assistal a Milano, si è tenuto il terzo incontro sulla vertenza avente in merito alla procedura di licenziamento collettivo, avviata lo scorso 14 dicembre. La delegazione sindacale, in coerenza con gli impegni precedentemente assunti, ha chiesto all’azienda risposte più concrete sul progetto alternativo ai 100 licenziamenti (in tutta Italia, di cui 29 a Nucetto), già esposto nel precedente incontro, articolato tramite il ricorso ad un contratto di solidarietà (CdS) fino a 36 mesi, con rotazione tra il personale fungibile, un’incentivazione economica a carico dell’azienda per gli esodi pensionistici e volontari, infine un piano formativo finalizzato alla riconversione di parte del personale oggi dichiarato in esubero.
Presidio e sciopero all'Alpitel contro i licenziamenti
“L’azienda – spiega il coordinamento sindacale nazionale RSU ALPITEL FIM CISL - FIOM CGIL – con toni diversi rispetto ai precedenti incontri, prima di entrare nel merito dei temi posti dalla delegazione sindacale, ha ribadito che la motivazione primaria, sulla quale si fonda la dichiarazione di esubero, è di natura economico-finanziaria, in quanto i costi, per servizi, locazioni e personale indiretto, ad oggi sono pari 21%, rispetto al 10% della media del settore rispondente. Tale divario, sempre secondo Alpitel, erode ogni marginalità aziendale e rende più difficoltoso reperire liquidità aggiuntiva dal credito. Pertanto, sempre secondo l’azienda, senza un taglio strutturale di tali costi, non si avrà la capacità di sostenersi nel breve - medio periodo. Una situazione che si sarebbe ulteriormente aggravata nel corso degli ultimi mesi, in quanto giungono anche a noi le evidenti rispondenze negative nei rapporti con i fornitori, i quali lamentano ritardi nella corresponsione delle prestazioni, che determinano evidenti deterioramenti nelle condizioni lavorative dei diversi cantieri”.
Terminata l’esposizione del quadro d’insieme la direzione aziendale ha aperto alle richieste della delegazione sindacale impegnandosi all’anticipo delle indennità INPS inerenti gli ammortizzatori sociali, la disponibilità ad un’incentivazione all’esodo economicamente superiore a quanto previsto nel vigente accordo di NASpI, la strutturazione di percorsi formativi mirati alla riconversione del personale concretamente interessato e disponibile. Aperture importanti ed apprezzabili, ma non ancora sufficienti, in quanto sul tema dell’ammortizzatore sociale conservativo, Alpitel ha ribadito la propria indisponibilità all’utilizzo del Contratto di solidarietà, in luogo di una CIGS per crisi aziendale, che permette una rotazione del personale fungibile impattato dalla procedura fino a sei mesi a zero ore. Altra criticità è emersa sul tema dei contratti a tempo determinato che scadono nei prossimi mesi, con una differenza tra il personale diretto (operai) prorogati o confermati nella quasi totalità dei contratti oggi in essere, mentre per quanto concerne il personale indiretto ed impiegatizio la tendenza espressa al Tavolo è quella di non prorogare confermarne nessuno.
La delegazione sindacale, pur apprezzando l’apertura sull'anticipazione economica mensile in busta paga, la riconversione tramite percorsi formativi e la disponibilità a quantificare un incentivo all’esodo per i lavoratori destinati a lasciare l’azienda (pensionandi e volontari), ha confermato come indispensabile l’utilizzo del Contratto di solidarietà quale ammortizzatore sociale conservativo, sottolineando nuovamente come l’aspetto della rotazione del personale rappresenti l’ostacolo maggiore alla risoluzione della vertenza. In tal senso, in maniera estremamente concreta, la delegazione sindacale ha consegnato alla controparte un prospetto esplicativo delle differenti condizioni economiche tra CdS e CIGS a zero ore mensili. Alla luce degli aspetti fin qui esposti, non è stato possibile raggiungere un accordo e pertanto, terminata ieri la fase sindacale, la vertenza dovrà proseguire presso il Ministero del Lavoro che, nei prossimi 30 giorni, sarà l’interlocutore preposto per cercare una soluzione condivisa tra le parti al fine di individuare un’intesa sostenibile che scongiuri i licenziamenti dichiarati. Pertanto, a sostegno delle rivendicazioni sopra esposte e a tutela delle 100 persone dichiarate in esubero da Alpitel, la delegazione sindacale delle RSU e delle organizzazioni sindacali conferma “lo stato di agitazione ed il blocco immediato delle prestazioni supplementari e straordinari eccedenti il normale orario di lavoro. Si intensificheranno i confronti con le istituzioni locali e solleciteranno la giacente richiesta d’incontro urgente presso il Ministero dello Sviluppo economico per la presentazione del Piano industriale”.
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