I “Magnin”: una festa della tradizione carnevalesca che ogni anno si rinnova, grazie al lavoro e all’impegno dei giovani di Bastia, Pascomonti e Briaglia. A Bastia, sabato 22 febbraio, un folto gruppo di ragazzi, con le facce tinte di fuliggine e i vestiti sgualciti, ha fatto visita alle varie borgate del paese. I “Magnin” e il loro tipico carro “a capanna” di legno sono tornati, accolti come sempre con grande gioia dai bastiesi, che hanno preparato banchetti ricchissimi di cibo e bevande. Dopo la partenza dal centro paese, i “Magnin” hanno fatto visita ai Minetti, alla Braja, al Villero e all’Isola, per poi salire in Langa, ai Rocche e a Montechiaro, ridiscendendo poi verso il paese e il Ghesio. Un lungo percorso ad anello, che ha impegnato il gruppo da mezzogiorno e fino a tarda sera, con un unico obiettivo: portare l’allegria del carnevale e il sapore unico della tradizione in giro per il territorio. I “magnin” di Bastia ringraziano tutte le famiglie che ogni anno li accolgono con amicizia e simpatia, aprendo loro le porte dei cortili e delle abitazioni e offrendo leccornie di ogni genere e un buon bicchiere di vino.
Cinquanta “Magnin” portano il Carnevale a Briaglia e Pascomonti
Anche quest’anno, a Briaglia e Pascomonti, non sono mancati i “Magnin”. Con la faccia nera di fuliggine e il tipico carro trainato dal trattore, quasi 50 giovani e meno giovani hanno sfilato per le vie del paese e per le borgate vestiti da spazzacamino di un tempo, portando il consueto spirito allegro del Carnevale. Come da tradizione, i “Magnin”, venerdì 21 e sabato 22 febbraio, sono stati accolti con piacere e calore dagli abitanti del posto, che ogni anno attendono con trepidazione l’appuntamento, ancora molto sentito e radicato.
Tutto l'inverno sui tetti, per ripulire i camini
I "Magnin" erano gli spazzacamini. Ragazzi che passavano i rigidi inverni piemontesi sui tetti delle case, per pulire i camini dalla fuliggine. Il venerdì di Carnevale, il celebre "venerdì dei Magnin", quindi alle porte della primavera, il loro compito era pressoché terminato, così i "Magnin" scendevano dai tetti e venivano accolti con riconoscenza in paese, per il prezioso lavoro svolto. Le botteghe e gli abitanti offrivano loro un bicchiere di vino, pane, salame e formaggi; un piccolo dono di ringraziamento, vista che la paga era molto bassa.