Scuole chiuse fino a metà marzo: il Governo ha deciso

E' quanto emerso dalla riunione tra il premier Giuseppe Conte e i ministri a Palazzo Chigi

Scuole chiuse fino a metà marzo

Scuole chiuse fino a metà marzo:
il Governo ha deciso

Il governo ha deciso per la chiusura di tutte le scuole e degli atenei fino a metà marzo per gli effetti del coronavirus. Lo riporta Ansa con un aggiornamento delle 14.00. L'ufficialità è arrivata nel tardo pomeriggio.

L'ipotesi della chiusura delle scuole in tutta Italia era, a quanto si apprende da fonti di governo, uno dei temi chiave sul tavolo della riunione tra il premier Giuseppe Conte e i ministri a Palazzo Chigi in corso questa mattina. L'ipotesi, spiega una fonte di governo, era al centro del dibattito del governo "da diverse ore e non solo da stamattina".

La decisione è presa: il decreto arriverà nelle prossime ore. Il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, parlando con i cronisti a Palazzo Chigi, ha affermato di aver chiesto un approfondimento al comitato tecnico-scientifico, dopo l'incontro tra il premier Conte e i ministri dal quale è emersa la decisione di fermare l'attività didattica.

Gli italiani dovranno cambiare stile di vita almeno per 30 giorni. Niente strette di mano, niente abbracci, basta meeting e congressi, stop alle manifestazioni, anche a quelle sportive. Le partite di calcio, semmai, potranno avvenire solo a porte chiuse. Ma si deciderà nelle prossime ore la soluzione definitiva.

Il governo mira anche a potenziare il sistema sanitario, con un aumento del 50% dei posti nelle terapie intensive, quelle più sotto pressione in emergenza coronavirus. Per quel che riguarda lo sforamento del deficit, la richiesta potrebbe arrivare venerdì in Parlamento. Le opposizioni sono uscite deluse dall'incontro. Si aspettavano un confronto sui temi economici e invece il premier e il ministro della salute Roberto Speranza hanno illustrato le nuove contromosse sanitarie, alla luce di un comitato scientifico "molto preoccupato". "Sul tema economico - ha detto il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari - ci sarà un terzo decreto, ci confronteremo su quello. Sul contenimento sanitario ovviamente siamo pronti a collaborare. Le misure economiche messe in campo finora sono emergenziali, ora serve un altro provvedimento".

Coronavirus, la Regione: «Salgono ancora i contagi in Piemonte». Ancora nessun caso in Granda

L'aggiornamento sui contagi in Piemonte. Salgono a 81 i casi risultati positivi al coronavirus “COVID-19” in Piemonte, di cui 78 piemontesi e 3 ricoverati in Piemonte ma residenti in altre regioni. Ieri mattina lo stesso dato era a quota 56: poi sono saliti a 63 in serata. La nota diramata alle 11,30 dalla Regione parla di 41 in provincia di Asti, 15 nell’Alessandrino, 11 in provincia di Torino, 5 nel Verbano Cusio Ossola, 3 in provincia di Novara e 3 nel Vercellese. Ancora nessun caso in provincia di Cuneo.

Venticinque persone sono tuttora ricoverate in ospedale. Di questi, 19 sono ospitati in reparti di malattie infettive: 6 ad Asti, 4 a Novara, 5 all’Amedeo di Savoia di Torino, 2 ad Alessandria, 2 a Vercelli. Altri 13 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva. Finora sono 514 i tamponi eseguiti in Piemonte, 407 dei quali risultati negativi.

Dall’Istituto Superiore di Sanità è stato al momento confermato un solo caso, sugli 81 complessivi. Per gli altri si attende ancora il responso dello stesso Istituto.È stato riaperto in mattinata, dopo essere stato opportunamente sanificato nelle zone a rischio, il Pronto soccorso dell’ospedale San Luigi di Orbassano, a causa del passaggio di un paziente individuato come “caso sospetto” e risultato poi positivo al test sul COVID-19.

Per contenere la diffusione del virus, l’assessore regionale alla Sanità e il coordinatore dell’Unità di crisi chiedono la collaborazione di tutti i cittadini piemontesi, invitandoli a rispettare le norme di prevenzione e a limitare al minimo indispensabile le uscite in luoghi di assembramento. Comportamenti responsabili da parte della popolazione aiutano a mitigare l’impatto dell’onda lunga dei contagi sulle preziose (e non infinite) risorse del Servizio sanitario nazionale. Minore sarà il numero dei casi affrontati dagli operatori degli ospedali e meglio questi potranno essere fronteggiati e curati.

IL PIANO OSPEDALIERO
A partire da oggi, la Regione vara un maxi-piano ospedaliero per ricavare posti letto in tutte le provincie da dedicare esclusivamente ai malati affetti da coronavirus. Il piano totale prevede 88 posti letto di medicina infettiva (per i ricoveri pre o post rianimazione) e 64 posti di rianimazione. «I dati ci danno una percentuale dell'8,2% di casi contagiati che possono finire in rianimazione- ha detto Icardi -. Col piano che stiamo predisponendo potremo "coprire" l'emergenza anche se i contagi salissero a 600». Il piano riguarda anche Cuneo: al "Carle" verranno dedicati al covid-19 (qualora la situazione lo richiedesse) 30 posti di medicina e 5 letti di rianimazione.  Gli altri ospedali interessati sono Tortona (che da oggi è ospedale interamente dedicato all'emergenza covid-19, svuotato di tutti gli altri pazienti) Asti, San Luigi di Torino, Vercelli, Casale.

UNICO NUMERO VERDE: 800.19.20.20
Numero verde sanitario attivo 24 ore su 24, a disposizione di tutti i cittadini che abbiano il dubbio di aver contratto il virus. Al telefono risponde personale specializzato, che esegue una sorta di pre-triage e, sulla base di una serie di domande e risposte, indica al paziente cosa fare o dove recarsi.

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