«Passata l’emergenza l’ospedale di Cairo deve riaprire e funzionare come prima, anzi meglio»

I sindaci della Valbormida scrivono alla Regione e chiedono almeno la seconda automedica

«Passata l’emergenza l’ospedale di Cairo deve riaprire e funzionare come prima, anzi meglio»
«Passata l’emergenza l’ospedale di Cairo deve riaprire e funzionare come prima, anzi meglio»

«Passata l’emergenza l’ospedale di Cairo deve riaprire e funzionare come prima, anzi meglio». I sindaci della Valle Bormida (Bormida, Cairo, Calizzano, Carcare, Cengio, Dego, Giusvalla, Mallare, Millesimo, Murialdo, Osiglia, Pallare, Piana Crixia e Roccavignale) hanno espresso la propria posizione in merito alla chiusura temporanea dei reparti di degenza e del Punto di primo soccorso (PPI) dell’ospedale di Cairo Montenotte inviando una nota ufficiale all’assessore regionale alla Sanità Sonia Viale, al direttore dell'Asl 2 Paolo Cavagnaro e al commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli.

«Passata l’emergenza l’ospedale di Cairo deve riaprire

«Premesso che in una situazione di normalità questo provvedimento sarebbe inaccettabile per una Valle già in difficoltà per l’estensione, la complessità orografica e l’elevato numero di abitanti (circa 40000) che hanno bisogno di una adeguata assistenza sanitaria, riconosciamo anche ogni impegno concreto preso fino ad oggi da questa amministrazione regionale in supporto al nostro territorio – scrivono i primi cittadini –. E’ assolutamente evidente che la gravità della situazione impone di concentrare tutti gli sforzi e da parte di tutti, su questa emergenza che ha proporzioni planetarie e ripercussioni gravissime sulla salute di tutti quanti noi. Siamo consapevoli che voi che siete chiamati a prendere queste decisioni lo stiate facendo con la massima professionalità, competenza, etica e con grande senso civico. Il tutto nell'interesse del bene comune che in questo momento è salvare quante più vite umane possibili. Riteniamo quindi che tale decisione vada compresa nell'ottica di concentrare tutte le risorse mediche disponibili per arginare il Coronavirus e poter riportare il nostro Paese alla normalità nel più breve tempo possibile».
«Vogliamo tuttavia esprimere il rammarico, la perplessità ed l’enorme preoccupazione per le conseguenze di tale decisione – proseguono i primi cittadini -. L’ospedale di Cairo rimane un punto di riferimento fondamentale per le necessità sanitarie di un’intera valle che non possiamo e non vogliamo perdere. E' evidente che la gravità della situazione impone di concentrare tutti gli sforzi, e da parte di tutti, su questa emergenza che ha proporzioni planetarie e ripercussioni gravissime sulla salute di tutti quanti noi».

I sindaci valbormidesi firmatari della nota chiedono che: «l'ospedale cairese, una volta terminata la fase acuta dell’emergenza coronavirus, ritorni a funzionare a pieno regime, non come prima, ma meglio di prima, proseguendo con sollecitudine alla definizione dell’accordo con i privati, al fine di arrivare a una gestione finalmente efficace ed efficiente della struttura sanitaria in grado di rispondere alle esigenze della popolazione della nostra valle. Tale richiesta rappresenta un’esigenza vitale, assolutamente irrinunciabile e non negoziabile per il nostro territorio, che porterebbe a gravi conseguenze se le promesse di ripristino non dovessero essere mantenute - aggiungono i sindaci -. Inoltre, chiediamo che assieme al garantito servizio di dialisi, dell’attività diagnostica radiologica e di laboratorio, come anche di Guardia Medica, possa essere immediatamente disponibile, almeno per il periodo di chiusura del Punto di Prima Intervento, una seconda automedica del 118 a servizio del nostro vasto territorio della Val Bormida».

 

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