Coronavirus in Piemonte, aggiornamento 23 marzo. Cirio: «Dati ottimisti, ma non basta»

Coronavirus in Piemonte, aggiornamento 23 marzo. Cirio: «Dati ottimisti, ma non basta: vogliamo chiudere uffici e studi». In Piemonte 36 decessi in 24 ore

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Coronavirus in Piemonte, aggiornamento 23 marzo. Cirio: «Dati ottimisti, ma non basta: vogliamo chiudere uffici e studi». In Piemonte 36 decessi in 24 ore

Il bollettino del Piemonte di oggi, lunedì 23 marzo, parla di 36 decessi in 24 ore. Il presidente Cirio oggi ha parlato dalla sala stampa dell'Unità di crisi, dopo che il tampone lo ha dichiarato ufficialmente guarito: «Ritenevo giusto - ha sottolineato il presidente Cirio - dopo quindici giorni, essere presente di persona. Ringrazio il vicepresidente Carosso, che mi ha fisicamente sostituito in queste due settimane e tutti quanti hanno supportato la mia attività a distanza. Oggi abbiamo lungamente discusso anche delle nuove misure di contenimento». Si attende ancora un chiarimento dal Ministero degli interni per quanto riguarda la chiusura degli studi professionali (per la Regione devono chiudere in Piemonte, mentre il Decreto governativo non lo prevede). Novità anche sul fronte delle ormai introvabili "mascherine". Il Piemonte le produce in proprio grazie alla Miroglio: «42 mila le abbiamo donate al sistema del welfare cioè alle RSA, a chi svolge un ruolo di assistenza fondamentale». Attivate anche le università per la certificazione dei prodotti sanitari, così come ci si sta attivando per ampliare la mappatura del contagio attraverso i tamponi».

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36 DECESSI IN 24 ORE - Stamattina comunicati 15 decessi nella notte. Sono altri 21 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 10 in provincia di Torino, 2 nel Biellese, 3 nell’Alessandrino, 1 nel Vercellese, 3 nel Novarese, 2 nel CuneeseIl totale complessivo è ora di 336 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 92 ad Alessandria, 12 ad Asti, 34 a Biella, 22 a Cuneo, 47 a Novara, 86 a Torino, 19 a Vercelli, 19 nel Verbano-Cusio-Ossola, 5 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

CIRIO: «VALUTIAMO ALTRE CHIUSURE» - Cirio: «Come sapete, ho firmato un’ordinanza ulteriormente restrittiva, che si può sintetizzare in “chiudiamo tutto ciò che la Regione può chiudere”. Fin dal primo giorno ho sostenuto la linea del rigore per contenere il contagio e in attesa che arrivasse un decreto governativo uniforme per tutta Italia ho voluto, come ha fatto anche la Lombardia, emettere un provvedimento più restrittivo per il Piemonte. La nostra ordinanza dovrebbe essere prevalente anche rispetto al decreto emanato da Roma e siamo in attesa di un parere su questo da parte del Governo. Siamo certi di avere ragione, perché la nostra linea è di chiudere davvero e non accogliere le tante deroghe che abbiamo visto nel decreto. Sia chiaro che non siamo in contrasto con il Governo, ma abbiamo il timore che tutte le eccezioni previste possano portare ad una non chiusura reale. In particolare, con le Prefetture stiamo analizzando la sospensione dell’attività degli uffici pubblici regionali e la chiusura degli studi professionali e anche su questi punti siamo in attesa del parere del Ministero degli Interni».

Cirio è critico sul lungo elenco di codici di attività emessa col DPCM del 22 marzo: «Avevamo chiesto di chiudere le attività produttive. L'allegato ha decine e decine di codici, ma poi dice anche che prevede deroghe da parte dei prefetti per le attività essenziali alle filiere. Non lo dico per polemica, ma con una considerazione oggettiva: con le deroghe si rischia di lasciare aperte troppe attività. Credo sia pericoloso. Noi abbiamo chiuso i mercati, è stata una scelta dura ma necessaria. Ma se si chiede alla gente di evitare di fare due passi e poi si lasciano aperte tutte le fabbriche, il rischio è sempre alto».

Coronavirus in Piemonte, aggiornamento 23 marzo - BOLLETTINO DEI CONTAGI  - Sono 5.094 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 877 in provincia di Alessandria, 215 in provincia di Asti, 262 in provincia di Biella, 381 in provincia di Cuneo, 424 in provincia di Novara, 2.317 in provincia di Torino, 269 in provincia di Vercelli, 204 nel Verbano-Cusio-Ossola, 49 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 96 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 352. I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 14.619, di cui 9.058 risultati negativi.

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IN ITALIA - Per il secondo giorno sono in ribasso i numeri dei contagi e delle vittimenelle ultime 24 ore: incremento di 3780 positivi in un giorno (ieri erano aumentati di 3.957) e 602 decessi (ieri erano 651, l'altro ieri 793) che portano il totale a 6.077 persone morte affette da coronavirus.

MASCHERINE AGLI OPERATORI DELLE CASE DI RIPOSO - Da ieri è in distribuzione la prima tranche di 30 mila mascherine (quelle lavabili, prodotte da Miroglio) agli operatori delle case di riposo piemontesi. Diecimila mascherine sono inoltre già state acquistate e consegnate da parte dell’Alleanza delle Cooperative. Nei prossimi giorni proseguirà l’azione di reperimento dei presidi, anche grazie alla collaborazione di partners che si sono resi disponibili in questo momento di grande necessità. Lo comunicano gli assessori regionali alla Sanità, Luigi Genesio Icardi, e al Welfare, Chiara Caucino, sottolineando che si stanno mettendo in campo tutte le risorse e le forze disponibili per soddisfare il fabbisogno dei dispositivi di protezione individuale. «Chi lotta sul campo ogni giorno – osservano Icardi e Caucino - chi lavora a contatto con persone fragili, anche in termini di salute, deve essere dotato di tutti i dispositivi necessari per garantire sé stesso e gli utenti, tanto più se anziani e disabili». I due assessori confermano, inoltre, che altre dodicimila mascherine saranno consegnate nei prossimi giorni ai servizi territoriali. «In questi giorni – concludono Icardi e Caucino - dimostriamo la nostra gratitudine verso i sanitari che si prendono cura dei tanti italiani colpiti dal virus e verso le Forze dell’Ordine che stanno compiendo un grande sforzo. Desideriamo però ringraziare dal profondo del cuore anche tutti gli operatori del mondo del sociale, che ogni giorno combattono in trincea. Il loro lavoro, a volte silenzioso, è prezioso, il loro impegno, raramente agli onori della cronaca, è davvero encomiabile».

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