«Perché ci sono ospedali in cui non è stato allestito nemmeno un letto per coronavirus?». Lo chiede, in modo esplicito, il consigliere comunale e coordinatore FI di Mondovì Giampiero Caramello.
Un riferimento, neppure troppo velato, a una situazione precisa: quella che si sta verificando in provincia di Cuneo, dove alcuni ospedali sono stati massicciamente interessati dall'emergenza (vedi Ceva: piccolo nosocomio in cui è stato addirittura chiuso il DEA) e altri, come Savigliano, lasciati assolutamente "indenni" dall'emergenza.
«Da più parti arriva un'unica voce assonante e concorde :"Siamo in guerra contro un nemico invisibile" - scrive Caramello con una nota ai giornali -. E bene, mai come in una situazione di guerra è necessario collaborare e fare gioco di squadra. Non solo osservando l'obbligo del restare a casa ma assicurando che tutte le risorse sanitarie disponibili vengano messe egualmente a disposizioni nel momento in cui, purtroppo, i numeri di chi viene contagiato sono in costante crescita. Ma quando parlo di gioco di squadra, di mettere a disposizione ogni risorsa utile sul territorio, rimango stupito del fatto che alcune strutture ospedaliere, anche nella nostra provincia, sono state escluse dall'assistere i contagiati da questo terribile virus che sta flagellando l'Italia. L'effetto di ciò si traduce in malati che da quei territori scoperti dal servizio COVID vengono trasportati lontani dalle proprie realtà locali e i pronto soccorso delle strutture ospedaliere individuate risultano sovraccaricate e poste in una situazione di ulteriore maggiore difficoltà, ospedale di Mondovì incluso».
In Granda gli ospedali interessati sono Mondovì, Ceva, Cuneo, Saluzzo e ora la nuova struttura di Verduno. In pratica tutte le strutture sanitarie tranne Savigliano: «Probabilmente ci sarà un motivo per questa mancanza di uniformità e di equità nell'escludere alcune strutture ospedaliere dall'offrire un servizio covid-19, diversamente sarebbe difficile da giustificare. Così come invece plaudo e saluto con grande favore l'anticipata apertura del nuovo grande presidio di Verduno. Concludo esprimendo tutta la mia ammirazione e vicinanza al personale sanitario che ovunque sta lavorando 'in trincea'».