La quarantena ferma tutto, ma non la musica. Anzi. L’ozio paranoico dell’isolamento impone di riscoprire vecchi album che abbiamo (colpevolmente) lasciato nel cassetto per troppo tempo. La quantità di tempo a disposizione per recuperare non ha precedenti. Se poi le canzoni si rivelano un ricettario per sconfiggere la noia e farsi forza, ora che siamo a un passo dalla “fase due”, meglio ancora. Ecco cinque album che dovrebbero risuonare fra le mura di casa fino a consumare la puntina del giradischi. Il 4 maggio è vicino, ma impararli a memoria prima di quella data non è un’impresa impossibile.
LUCIO DALLA - DALLA - 1980
Quarant’anni fa usciva questo capolavoro inaudito. Stando alle classificazioni dei critici, "Dalla" completa la trilogia aurea del grande Lucio. Quel terzetto che comprende i precedenti “Come è profondo il mare” (1977) e “Lucio Dalla” del 1979 – anno in cui è uscito pure “Banana Republic”, frutto della collaborazione memorabile con De Gregori. Benché pure il terzo atto della triade sia entrato negli “-anta”, la sua originalità e attualità commuovono e divertono ancora oggi come allora. Brani come “Balla balla ballerino”, “La sera dei miracoli” e “Futura” sono entrati a pieno diritto nell’immaginario collettivo, facendo sognare generazioni di giovani (e non).
Da ascoltare quando si ha bisogno di quella carica che fa dire “sono fortunato a esser vivo, potrebbe pure andarmi peggio”. Le parole del cantautore, che non sbavano mai in facile retorica, sapranno consolarti a dovere. “Aspettiamo che ritorni la luce | Di sentire una voce | Aspettiamo senza avere paura, domani”.
MORGAN - CANZONI DELL'APPARTAMENTO - 2003
Ascoltare l’opera prima di Morgan è un buon modo per eclissarne le fatiche recenti all’insegna delle “brutte intenzioni e la maleducazione”. Questi tentativi di sabotaggio della sua grandezza artistica ce li saremmo risparmiati volentieri. Eppure, il genio di Marco Castoldi emerge immediatamente all'ascolto del suo primo album. Arrangiamenti virtuosi e mai stucchevoli, testi profondi e mai sentimentalistici rendono le “Canzoni dell’appartamento” il mezzo ideale per “svegliarsi col piede sinistro – quello giusto” e affrontare la giornata con una buona dose di spensieratezza.
Da ascoltare quando si sente la necessità di “viaggiare”. Con l’immaginazione, ovviamente. Se vuoi che le cose ti portino altrove (semi-citazione) perché casa tua si sta facendo troppo stretta, questo album fa al caso tuo
TORTOISE - MILLIONS NOW LIVING WILL NEVER DIE - 1996
Fin dal nome, i Tortoise si rivelano l’emblema dell’isolamento forzato. Quante volte si sente in TV che questa è la volta buona per rallentare e prendersi del tempo per se stessi? Con buona pace dell’Achille di Zenone, la tartaruga è un simbolo non solo della situazione odierna, ma anche di certa musica di qualità. Il titolo del terzo lavoro del supergruppo strumentale di Chicago suona pure come un invito ai sopravvissuti a resistere ancora. Sembra volerci dire: “Non temete, milioni fra noi sono eterni e dureranno ancora a lungo”.
Da ascoltare quando ci si sente creativi. Stai dipingendo, cucinando, leggendo? Questo album è la colonna sonora ideale dei tuoi sforzi (più o meno) artistici
THE BEATLES - WHITE ALBUM - 1968
Vabbeh. Ogni commento è sprecato. È già stato blaterato di tutto su questo capolavoro. Però qualche mascalzone tende a dimenticarlo a vantaggio di “Sgt. Pepper’s” o “Abbey Road”. Traboccante di idee e di eccessi, tentacolare, pomposo il “White Album” è diventato non solo un baluardo della creatività sfrenata, ma un vero e proprio paradigma del rock. L’album nasce nel 1968 in India, quando il gruppo era in una sorta di pellegrinaggio per incontrare il Maharishi Mahesh Yogi. Nel loro “Album Bianco”, i Beatles si rivelano in tutto quello che sono. Sembra quasi di iniziarli a conoscere. Proprio mentre loro stessi stanno conoscendosi davvero.
Da ascoltare quando si ha un’ora e mezza di tempo (più un quarto d’ora per uscire dall’eventuale sindrome di Stendhal). Hai voglia di contemplare la perfezione e raggiungere il Nirvana? Metti la puntina su sto disco, su!
FATHER JOHN MISTY - GOD'S FAVOURITE CUSTOMER - 2018
Il buon (Mr.) Joshua Tillman ha sfornato questo gioiellino due anni fa. Purtroppo però la fama non ne ha mai raggiunto la qualità. L’album è fatto di ballate al piano guarnite di arrangiamenti “indieggianti” di chitarre e archi. Father John l’ha composto nella stanza di un motel dove si era ritirato per affrontare un periodo di depressione. Questioni amorose. I brani descrivono i suoi sforzi per superare i problemi psichici mediante “l’automedicazione, l’amore, la depravazione, il distacco e l’autoanalisi”.
Da ascoltare quando si ha bisogno di una seduta dallo strizzacervelli. Inizierai pure tu a canticchiare più sereno: “I’m feeling good, damn, I’m feeling so fine | I’m living on a cloud above an island in my mind | Oh, baby, don’t be alarmed, this is just my vibe | No need to walk around, no, it’s not too bad a climb".
La Play List della Quarantena
gli articoli di:
- Viter Luna e Giacomo Mondino, qui: Isolation suggestioni musicali di incontro in questa quarantena
- Giacomo Bagna, qui: musica e introspezione
- Viter Luna, qui: Aspettando i concerti: 5 ascolti per uscire dalla quarantena