Le agenzie di viaggio pensano al dopo-Covid: “Tornerà il turismo di prossimità”

Parla Susanna Gerion, titolare di “Primi Viaggi” di Vicoforte

Le agenzie di viaggio pensano al dopo-Covid
Le agenzie di viaggio pensano al dopo-Covid: parla Susanna Gerion

Le agenzie di viaggio pensano al dopo-Covid. Quasi tutti si stanno chiedendo “Quando torneremo a viaggiare?”. Una preoccupazione che investe tanti cittadini. Una delle categorie rimaste “ferme” in questo periodo è quella che comprende le agenzie di viaggi. Per esse la preoccupazione di una mancanza di entrate in questo periodo si somma a una grossa incognita per il prossimo futuro.
Susanna Gerion è la titolare (insieme ai genitori) dell’agenzia “Primi Viaggi 77” di Vicoforte attiva nel Monregalese dal 1977. Fondata dai genitori Bruna e Achille con l’idea di abbinare i bus di proprietà della famiglia Brao alla loro voglia di viaggiare, la ditta è specializzata in viaggi di gruppo oltre che nel fornire i consueti servizi di una classica agenzia viaggi.
Come avete percepito quanto è successo?
Oramai sono trascorsi più di due mesi dall’inizio della pandemia, siamo passati dall’inverno alla primavera inoltrata e forse solo ora riusciamo, in modo più coerente rispetto a fine febbraio, a fare mente locale su ciò che è successo. La crisi da Coronavirus che ha travolto l’Italia, l’Europa e poco a poco quasi tutto il mondo, è stato un fatto inaspettato: mai più nessuno di noi avrebbe neanche lontanamente immaginato uno scenario simile. Ora che eravamo cosi proiettati verso il futuro in tutti i settori, così digitalizzati, sempre di corsa, sempre frenetici. È stata una situazione che ci ha colti tutti impreparati e che ci ha impauriti perché ci siamo sentiti impotenti di fronte ad un nemico invisibile e microscopico.
E a livello turistico?
Nel settore del turismo nessuno di noi si ricorda una situazione simile, non avevamo veramente mai vissuto niente di tutto ciò: né la caduta delle Torri Gemelle a New York l’11 settembre 2001, né lo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004, né gli attentati in giro per il mondo. Nessun accadimento dal “Secondo Dopoguerra” ad oggi ha avuto conseguenze simili in campo turistico. Quindi, il come affrontare improvvisamente la situazione, confessiamo che non è stato facile. Io inoltre ero partita per una vacanza con la mia famiglia due giorni prima l’annuncio del paziente 1 di Codogno e mi trovavo dall’altro capo del mondo. Le continue notizie che si stavano diffondendo in quei giorni e gli aggiornamenti ad ogni ora del giorno e della notte erano talmente incalzanti che diventavano quasi angoscianti perché ci trovavano tutti impreparati a gestire un’emergenza mai vista prima. Ogni settore ha avuto le sue enormi problematiche così come il nostro: abbiamo affrontato tempestivamente grandi difficoltà legate alla gestione delle partenze di viaggi imminenti, ma anche al rientro dei clienti che si trovavano non sono in Italia ma anche all’estero. Pur a migliaia di chilometri da casa e dal lavoro, sono stata in contatto costante con i miei genitori con lunghissime telefonate: loro mi aggiornavano sull’evolversi della situazione e insieme prendevamo difficili ma necessarie decisioni sul da farsi. L’Italia intera, ma non solo, si è trovata in una situazione senza precedenti: il primo pensiero è andato ai malati e a coloro che operavano nel settore ospedaliero. Poi il pensiero nel nostro piccolo. Abbiamo dovuto rapidamente ponderare decisioni sulla base delle informazioni incalzanti che ci venivano fornite dal settore. Avevamo un tour in Giordania che sarebbe partito pochi giorni dopo e, non appena il Governo giordano ha chiuso le frontiere agli italiani, abbiamo avvisato tutti i clienti che non saremmo partiti, con tutte le conseguenze del caso come l’annullamento dei voli aerei e dei servizi a terra, la gestione dei rimborsi da parte dei fornitori. Non è stata una passeggiata. Di lì a poco tantissimi Stati esteri hanno iniziato a vietare l’ingresso di noi italiani e di altre nazioni colpite dal Covid: il sito del Ministero degli Affari Esteri “ Viaggiare Sicuri” era costantemente aggiornato sulle informazioni che i vari Stati fornivano in tempo reale, solo che il “tempo reale” cambiava di ora in ora ed ha generato una vera confusione in quanto ci sono stati Paesi che hanno aperto e chiuso le frontiere più e più volte nel giro di pochi giorni e quindi nessun operatore turistico sapeva orientarsi in questo caos generale. All’inizio, non esistendo vere e proprie linee guida, abbiamo ragionato insieme sul da farsi: c’era urgenza di decidere circa partenze di gruppo di marzo e fondamentale è stato aver preso decisioni condivise con coerenza e coscienza.

San Fiorenzo a Bastia (foto di Lorena Durante)
San Fiorenzo a Bastia (foto di Lorena Durante)

Come avete gestito nell’immediato la situazione?
Venerdì 6 marzo è stato l’ultimo giorno che abbiamo trascorso in agenzia, dopodiché mia madre ed io abbiamo trasferito i computer ciascuna a casa sua e abbiamo continuato ad adoperarci per gli annullamenti dei nostri viaggi presenti sul nostro catalogo, gestendo le richieste di informazioni sulle partenze estive dei clienti che a febbraio avevano già prenotato, ma non abbiamo assolutamente abbandonato i viaggiatori che, allo scoppio della pandemia, si trovavano all’estero, magari a migliaia di chilometri lontani dal suolo italiano. Questo è un capitolo molto attuale in quanto ad oggi ci sono ancora moltissimi italiani fermi all’estero che non riescono a rientrare perché le compagnie aeree hanno sospeso il 90% dei voli (mai accaduto prima nella storia del traffico aereo, mai!) e le possibilità di ritornare a casa sono veramente limitatissime. Sono stati previsti dall’Unità di Crisi della Farnesina voli di rimpatrio ma non abbastanza da permettere a tutti di ritornare a casa. Sono state settimane in cui abbiamo lavorato sodo, a volte anche di notte per far sì che tutti i nostri clienti, ma non solo, rientrassero in sicurezza in Italia. Non solo perché abbiamo fornito assistenza anche a persone che non avevano prenotato tramite agenzia, ma ci sentivano in dovere morale di aiutare i nostri connazionali. Questo ha fatto notare la differenza tra prenotare in agenzia di viaggio/tour operator o il “fai da te”. Gli agenti di viaggio si sono mostrati un canale sicuro e la sicurezza e la certezza di parlare con persone che conosci (e non con un call center!) saràannovalori ai quali i viaggiatori presteranno sempre più attenzione.
E la gestione delle gite?
Per quanto riguarda la gestione delle gite da noi organizzate, ora stiamo annullando i viaggi in ordine di data e avvisiamo i clienti di volta in volta: per le gite giornaliere in bus risulta più semplice la gestione dell’annullamento mentre per i viaggi di più giorni, che prevedono spostamenti aerei e notti in albergo, è più difficile in quanto ci rapportiamo con fornitori che a loro volta dettano a noi le modalità di annullamento. La nostra priorità è e sarà fare viaggiare i clienti in condizioni di sicurezza. Qualche nostro cliente ha manifestato la volontà di ripartire non appena il Governo lo permetterà. Ma noi crediamo che per un po’ la situazione non lo consentirà ancora, quindi preferiamo innanzitutto tutelare coloro che finora ci hanno dato fiducia e ripartiremo solo quando saremo consapevoli di poter far viaggiare tutti in condizioni sicure. Non possiamo comunque nascondervi il nostro rammarico nello “stare fermi”.
Le agenzie di viaggio pensano al dopo-Covid. Come pensate possa essere il futuro del turismo o il “turismo del futuro”?
Sicuramente tutto sarà molto lento e graduale e le previsioni sul turismo che possiamo fare sono veramente solo previsioni. Tanti parlano e prospettano scenari e ripartenze ma dovremo attendere cosa accadrà nelle prossime settimane e come di conseguenza si comporterà il nostro Governo sulla gestione del comparto turistico. È giusto e plausibile formulare ipotesi e pensare a soluzioni ma ad oggi, non essendoci ancora certezze, le ipotesi rimangono ipotesi e le idee potremo vedere solo più avanti in che modo potranno essere concretizzate. Noi siamo ottimisti per natura, ma in questa fase bisogna essere anche realisti: il turismo ripartirà sicuramente ma ora è ancora presto per dire quando. Il 2020 sarà sicuramente un anno di transizione e non prima del 2021 il turismo riuscirà a tornare come prima della pandemia. Siamo stati tutti fermi e siamo diventati consapevoli che quello che abbiamo vissuto in questi due mesi, cambierà radicalmente le nostre abitudini di vita e, di conseguenza, anche il nostro modo di concepire il viaggio. Sarà un nuovo inizio, il turismo dovrà ripartire, in sicurezza, ma quasi da zero. Perché riscrivere le regole dell’ospitalità e dell’accoglienza significherà costruire un nuovo modo di fare turismo.
Un turismo diverso…
Il tipo di turismo che farà capolino i prossimi mesi sarà il cosiddetto “turismo di prossimità”, un turismo più vicino a casa nostra, certamente non all’estero bensì nel nostro “Bel Paese”. Andremo alla scoperta di luoghi meno noti e meno affollati, ma non per questo meno interessanti oppure ritorneremo a visitare posti già conosciuti, non importa, in tutti i casi sarà il momento giusto per intraprendere un turismo diverso, lento, basato sull’unicità delle esperienze. Quello che ora viene chiamato “turismo di prossimità” è comunque stato alla base della nostra filosofia di viaggio da molti anni a questa parte: infatti per tantissime gite di uno o più giorni siamo sempre andati alla ricerca di luoghi meno turistici che potevano offrire un’autenticità maggiore, un po’ perché siamo curiosi noi di natura e ci piace sperimentare luoghi sempre nuovi ma anche per proporre, ai viaggiatori curiosi come noi o che hanno già visitato molto, percorsi ed esperienze che difficilmente altre agenzie offrono. I prossimi mesi ci sarà una vera e propria “rivincita” delle località meno blasonate, dove il turismo può essere svolto con maggiore sicurezza. Questo turismo di prossimità va di pari passo con le richieste che ci stanno comunicando in questi giorni i nostri clienti: i prossimi viaggi li organizzeremo in Italia, punteremo sulla riscoperta del nostro Paese in questo ci troviamo pienamente in accordo con tutti loro!

 

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