C’è un nuovo caso di paziente positivo al “Sacra Famiglia”. Una persona, ora isolata, ospite del reparto della Casa di riposo che era destinato ai non-covid, in cui si trovano circa una quindicina di anziani, autosufficienti. Una notizia delicata, purtroppo anche un po' preoccupante: significa che il virus, per alcuni giorni, potrebbe aver circolato laddove si pensava fosse stato arginato. E ora il direttore sanitario richiederà al SISP, il Servizio di igiene dell’Asl, di poter effettuare un secondo giro di tamponi tra i presenti della struttura, a cominciare dagli ospiti e poi col personale.
La positività è stata confermata dal tampone, il cui risultato è arrivato ieri: «Si tratta di una persona - afferma il direttore sanitario, il dr. Domenico Clerico - che la settimana precedente era stata portata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Mondovì per alcune complicazioni. Io stesso avevo dato indicazione di portarla in Ospedale. Al DEA, come da prassi, era stata sottoposta al tampone ed era risultata negativa. Dopo le cure, è rientrata in struttura. Dopo circa 7 giorni, ha mostrato i primi lievi sintomi: è stata subito posta in isolamento. Sono stati effettuati nuovi tamponi, e questa volta è risultata positiva. Non intendo in alcun modo stigmatizzare l’operato del DEA di Mondovì: purtroppo il rischio di contagio aumenta nelle strutture in cui vi è un alto flusso di persone. In termini medico-legali, ciò che è avvenuto è una “complicanza”: un evento prevedibile ma non evitabile. La situazione in cui ci troviamo è tale per cui abbiamo in mano solo elementi generici per gestire il rischio: il cosiddetto risk-management è di fatto impossibile».
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