Il paradosso delle mascherine: prezzo a 61 centesimi, ma nessuno le vende più

Allarme di Federfarma nazionale. Dopo il ribasso dei prezzi imposto dal Governo, i distributori hanno smesso di rifornire le farmacie

In questa “fase 2”, proprio la più pericolosa, quella in cui le persone possono nuovamente uscire di casa, ma devono necessariamente convivere con il virus, tutt’altro che sconfitto, le mascherine chirurgiche sono diventate introvabili. L’allarme arriva direttamente da Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale, che rispedisce al mittente le pesanti accuse avanzate nei suoi confronti dal Commissario Domenico Arcuri e traccia il profilo di una situazione davvero allarmante e non più sostenibile, specialmente in questo periodo in cui, per legge, i cittadini sono obbligati ad indossare la maschera per contrastare il contagio da Covid. Vittorio Contarina, vicepresidente di Federfarma nazionale, racconta: «Il 27 aprile scorso, senza aver precedentemente interloquito né con Federfarma né con la distribuzione del farmaco, durante una conferenza stampa, il Governo ha annunciato che, dal giorno dopo, le mascherine sarebbero state vendute a 50 centesimi». A 50 centesimi però le mascherine non sono mai state vendute: tanto per incominciare il costo effettivo, come stabilito dal decreto, era di 50 centesimi più Iva, quindi 61 centesimi. Anche di lì, dunque la perplessità dei cittadini, che in farmacia si sentivano dire, e giustamente, che il prezzo appunto era di 61 centesimi. Ei farmacisti? A loro è stato imposto di venderle al prezzo suddetto e ciò senza dal loro la possibilità di ribattere, infatti il costo medio delle mascherine per il farmacista in quel momento era di almeno 1 euro, o anche più, Iva esclusa. Le farmacie pertanto sono state obbligate a venderlo sottocosto rimettendoci almeno 60 centesimi al pezzo. In seconda battuta i farmacisti giustamente insorgono tramite Federfarma, finalmente il Commissario convoca un tavolo con aziende produttrici, Protezione civile, distribuzione intermedia e Federfarma per correre ai ripari. Alla fine di questo incontro si decide che le farmacie avrebbero acquistato a 0,40 euro + Iva e avrebbero le avrebbero vendute a 0,50 euro + Iva.

«Situazione di assoluta carenza e a farne le spese sono i cittadini»
Queste disposizioni governative però hanno creato un paradosso molto pericoloso: i distributori di mascherine, viste le disposizioni sul prezzo, da quel momento hanno smesso di rifornire le farmacie. Risultato: ora le mascherine chirurgiche sono diventate praticamente introvabili, in tutta Italia. Il dott. Francesco Balbo, farmacista di Mondovì, conferma la drammaticità della situazione: «Gli italiani, in questa surreale situazione, si trovano a dover andare in guerra senza scudo, senza armature e senza spada, ma comicamente armati di un fucile a tappi – spiega –. Non è ammissibile che nel 2020, per la situazione che si è creata, si sia costretti ad andare in giro con mascherine in stoffa, autoprodotte. Proprio ieri (13 maggio, ndr.) ci sono arrivate 50 mascherine dal nostro grossista di riferimento, dopo settimane di vuoto. Oggi (14 maggio) il grossista invece ne è nuovamente sprovvisto. La poche mascherine arrivate, ovviamente sono andate subito via velocemente ed ora ci troviamo nella stessa situazione di sempre. Trovo inammissibile ed avvilente, e credo di poter parlare a nome di tutti i colleghi, dover ripetere centinaia di volte al giorno, tutti i giorni, la medesima risposte alle solite domande poste da gente spaventata che vuole potersi proteggere e questo è il clichè: “Avete mascherine? No, mi spiace non ne abbiamo”. “Avete previsioni di arrivo? Mi spiace, non sappiamo niente neppure noi.” Dopo le ultime disposizioni governative – aggiunge il dott. Balbo –, le farmacie hanno continuato a vendere le mascherine che avevano già in casa, al prezzo di 61 centesimi l’una, sapendo perfettamente che ci avrebbero rimesso, visto che questi dispositivi erano stati pagati almeno il doppio. Siamo professionisti e abbiamo una coscienza morale oltre che professionale, dunque ci siamo sottoposti a questa imposizione, dato che sarebbe stato inaccettabile ed immorale negare un presidio a chi ne ha bisogno e te lo chiede con la paura negli occhi, solo per una squallida questione di bottega e non è stata certo la promessa del governo di rifonderci che ci ha spinti a muoverci in tal senso e ciò senza indicazioni dai nostri organi di riferimento: unica voce è stata la coscienza. Il governo ha promesso 600 milioni di mascherine in breve tempo, Arcuri da più di un mese circa ogni settimana sostiene che ne saranno distribuiti alcuni milioni, o decine di milioni, ma la distribuzione purtroppo viene fatta con il contagocce – conclude Balbo –, quindi siamo costantemente di fronte ad una situazione di assoluta carenza e a farne le spese è la popolazione che non può proteggersi e a cui peraltro paradossalmente il governo ne impone l’uso in molteplici situazioni.». Come se non bastasse, Federfarma denuncia anche una grave carenza di guanti monouso ed alcol per disinfettare, altri due prodotti divenuti ormai merce rarissima in tutte le farmacie.

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