Il bisogno di mantenere viva la personalità

Il lockdown ha ridotto i nostri confini fisici ma ampliato quelli virtuali, amplificando la volontà di personalizzarli anche attraverso la cultura, ed esprimendo un'infinita varietà di gusti. Una riapertura stentata rischia di lasciare molti appassionati a bocca asciutta?

 

L’isolamento sociale ha creato una sorta di sospensione, mandando le nostre abitudini in standby. Un arco di tempo utilizzato da molti per recuperare passioni e vecchi interessi, dimenticati o spazzati via dalla frenesia del quotidiano. Un processo di riscoperta che rappresenta una piccola indagine interiore, estranea alla presunzione di descrivere chi siamo, ma utile a ricordare i nostri gusti. In questo periodo è aumentato il desiderio di esternarli, di presentarli agli altri, attraverso le condivisioni sui social: dai dischi preferiti ai film, ai libri e a quant’altro abbiamo amato, utilizzandoli come aspetti che ci identifichino, permettendo agli altri di scoprire la nostra personalità; un linguaggio semplice, di facile comunicativa e immediata ricezione, che permette all’individualità di ognuno di poter emergere. E’ interessante notare come questo sia avvenuto soltanto ora, in un periodo dominato da bollettini, curve grafi che e numeri a rappresentare un Paese, quasi un impellente il bisogno di mostrarsi come esseri unici. Ognuno ha personalizzato i suoi spazi, ridottissimi nel mondo reale ma infiniti in quello virtuale, creando una playlist di se stesso, in cui esprimere la propria personalità, fino a lasciarla sconfinare nello spazio fisico, permettendo alla creatività di sfogarsi su anonimi oggetti di produzione, come le mascherine simbolo di questo lockdown. Le settimane trascorse verranno ricordate anche per i flashmob, e le esibizioni da casa degli artisti, i tour virtuali nei musei e le letture condivise. Queste ultime hanno prevalso sulla lettura intima: un modo per sentirsi più vicini, ma anche di rendere un po’ più nostre le parole stampate sui libri, diffuse in maniera univoca a tutti quanti, ma che attraverso la voce di differenti lettori prendeva sempre una vita diversa. Non sappiamo se il desiderio di dimostrare la propria unicità continuerà così forte anche dopo, sappiamo che probabilmente sarà più difficile farlo. Il mondo della cultura e dell’intrattenimento, già fortemente sotto stress, potrebbe non sopravvivere nella sua completezza, rischiando di non riuscire più a rispondere alla sterminata gamma di gusti, che seppur a fatica si riuscivano ad accontentare. Il rischio è quello di doversi accontentare di quello che passa, rinunciando alla libertà di scegliere e di creare

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