RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Il tema della sostenibilità inizia a farsi sentire nelle RSA anche sul lato gestionale. Le strutture per anziani rappresentano una fetta importante dell’economia italiana e un bacino non secondario di posti di lavoro. Ultimamente però devono fare i conti con l’immagine negativa descritta dai mass media a causa dei decessi avvenuti a seguito dei contagi da Covid 19. La pandemia ha messo a dura prova le strutture sia nell’organizzazione dei piani di lavoro modificati in modo sostanziale, sia per le spese sostenute per l’acquisto dei DPI indispensabili per la salvaguardia di ospiti e personale e sia per lo stop ai nuovi inserimenti di anziani. Tutto questo sta mettendo in forse la loro esistenza e di conseguenza preoccupa le famiglie che ne hanno necessità.
“Le RSA sono presidi che offrono assistenza a soggetti non autosufficienti, anziani e non, con esiti di patologie fisiche, psichiche, sensoriali o miste, non curabili a domicilio, un livello medio di assistenza medica, infermieristica e riabilitativa, accompagnata da un livello ‘alto’ di assistenza tutelare e alberghiera, modulate in base al modello assistenziale”. Così vengono definite le strutture assistenziali per anziani.
In questo periodo la normativa giustamente impone severe regole per i nuovi ingressi: dalla disponibilità di avere camere libere per eventuali necessità interne per casi sintomatici all’obbligo di tampone negativo del nuovo ospite ed al suo isolamento all’interno della struttura per quattordici giorni senza possibilità di visite da parte dei parenti. Per le famiglie la decisione di ricorrere alla RSA è sempre dolorosa, piena di sensi di colpa e di inadeguatezza. Il rispetto di queste “regole” rende ancora più difficile decidere di ricorrere all’inserimento in struttura dei propri cari.
Si presenta pertanto un triplice problema: da un lato le strutture che vivono sulle rette degli utenti che vedono diminuire le entrate, le famiglie che hanno dei timori ad inserire i propri cari visti i recenti drammi e, non ultimo, la diminuzione dei posti di lavoro per chi opera in campo socio assistenziale. Una vera e propria emergenza per cui c’è da augurarsi che le Istituzioni regionali e governative promuovano al più presto impegni economici a favore di queste realtà per consentire di far fronte alle pesantissime perdite finanziarie che si registrano e al fine di poter risollevare un intero comparto che dovrà sempre più essere pronto ad affrontare emergenze senza farsi cogliere impreparato. Non dimentichiamo che la maggioranza delle Rsa ha contribuito in modo determinante al contenimento dei ricoveri ospedalieri dei propri assistiti garantendo anche in questo periodo di emergenza un ottimo livello di sorveglianza sanitaria e di assistenza. Le strutture socio-sanitarie sono una dorsale economico-finanziaria del Paese, per di più in espansione visto il trend di invecchiamento e un bacino di posti di lavoro enorme.
Michele Quaranta, presidente Fondazione F.lli Gallo - Rocca de’ Baldi
Tamponi e isolamento: le regole per i nuovi ospiti
Per il nuovi ingressi in casa di riposo ci sono nuove normative: disporre di camere libere per eventuali necessità interne per casi sintomatici, obbligo di tampone negativo del nuovo ospite, isolamento nella struttura per quattordici giorni senza possibilità di visita da parte di parenti.