Non trova pace la Casa di riposo “Don Bartolomeo Rossi”: dopo le difficoltà dell’emergenza Covid, una nuova minaccia si affaccia all’orizzonte della Rsa. La struttura infatti non ha attualmente ospiti a sufficienza per sostenersi. Proseguendo su questa strada, c’è il rischio concreto di una chiusura che rappresenterebbe senza dubbio la perdita di un servizio importante per la comunità villanovese.
«Se le istituzioni – Comune, Provincia, Regione – non ci aiutano, rischiamo di chiudere – dice il presidente del Cda don Giampaolo Laugero –. Se a pieno regime di ospiti viaggiavamo sul filo del rasoio, ora, con più di un terzo degli ospiti in meno, rischiamo davvero la chiusura. La “Casa di riposo” è un bene della collettività, un servizio reso al paese, che in questo momento ha bisogno di solidarietà e di sostegno concreto. Se venisse meno la “Don Rossi” sarebbe un danno per tutti». Dall’inizio dell’emergenza Covid, che ha colpito molto pesantemente la Rsa villanovese, con una crisi arrivata fino all’evacuazione disposta dal dottor Raviolo dell’Unità di crisi, all’interno della struttura si sono verificati molti decessi. I pazienti sono rientrati in struttura alla spicciolata, dopo il ricovero nelle strutture ospedaliere (con l’eccezione di due o tre anziani, le cui famiglie hanno scelto diversamente) e ad oggi in struttura sono presenti 23 ospiti. Il cammino per tornare a pieno regime sarà lungo. In più i costi per la gestione sono aumentati notevolmente, con le nuove normative di sicurezza in vigore. «Le spese di gestione sono addirittura aumentate perché occorre essere muniti dei presidi sanitari (dai camici ad hoc, alle mascherine, ai copri calzari…) che hanno un costo non indifferente», spiega ancora don Laugero. «Anche l’accoglienza di nuovi ospiti è operazione complessa e non immediata. Occorrono due tamponi negativi consecutivi, la quarantena, il loro consenso a tutto questo. Il ritorno a pieno regime sarà possibile solo su tempi molto lunghi».