Video razzista e sessista: il 19enne monregalese denunciato dalla Questura di Cuneo per diffamazione a sfondo razziale
Marco Rossi, l'autore del video ormai celebre, pieno di frasi sessiste e razziste che ha fatto il giro d'Italia, è stato denunciato per "diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale" e "propaganda di idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale". Lo si apprende nella mattinata di oggi, venerdì 10 luglio, dalla Questura di Cuneo che ha deferito il giovane 19enne all'Autorità Giudiziaria. Nel video il giovane si accaniva pesantemente contro una donna (43 enne originaria del Marocco e residente a Mondovì) con cui affermava di aver avuto un incidente stradale.
La Monregale calcio, società per cui Rossi aveva giocato fino a febbraio, dopo aver preso pubblicamente le distanze, ha annunciato ieri che il giocatore sarà svincolato a partire dalla creazione delle liste (il prossimo 20 luglio).
Nei giorni scorsi l'episodio è stato condannato in tutta Italia, sia dal mondo politico che da quello sportivo. Si sono pronunciati non solo il sindaco di Mondovì (leggi qui) ma anche ben due ministri, ovvero il ministro alla Famiglia Elena Bonetti (leggi qui) e il ministro allo sport Vincenzo Spadafora (leggi qui).
In seguito è arrivata la condanna della Lega Nazionale Dilettanti (si attiverà la Procura Federale - leggi qui).
L'avvocato del 19enne ha diffuso un comunicato in cui presenta le pubbliche scuse da parte dell'autore del gesto. «Confidiamo nel lavoro delle Forze dell’ordine e siamo disponibili per chiarire realmente la situazione in qualsiasi sede», commenta oggi il legale del giovane, l’avvocato Alessio Ghisolfi. «Il video è stato pubblicato per alcuni minuti in un account privato del ragazzo, il quale lo ha poi subito rimosso. È stato poi estrapolato da qualche persona della sua cerchia privata e diffuso pubblicamente come se fosse un “manifesto” politico». E sui commenti che si sono scatenati sui social aggiunge: «Predicare la tolleranza e la pace attraverso atti di ingiurie e violenza non è accettabile. Queste attività verranno attenzionate»
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Ora arriva la notizia della denuncia penale: il caso assume quindi contorni giudiziari, tutt'altro che banali.
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