La Fondazione CRC dice sì all'offerta Intesa-Sanpaolo. Si fa avvicina la chiusura di unodei più grossi affari bancari degli ultimi anni
Siamo al giro di boa. Per qualcuno la decisione era sicura da giorni, andava solo "fatta quadrare". Oggi la Fondazione CRC, che fin dal momento della comunicazione alla stampa dell’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su UBI Banca aveva espresso le proprie riserve sulle condizioni previste nella stessa (leggi qui), ritenendo "che non valorizzassero appieno la forza e le potenzialità della banca conferitaria", ha deciso di aderire all'OPS. A cambiare le carte in tavola sarebbero state le nuove condizioni di Intesa-Sanpaolo: «Intesa-Sanpaolo ha deliberato un miglioramento dell’offerta pubblica di scambio - ha annunciato ora la Fondazione CRC, primo azionista di UBI col 5,9% -: con queste nuove condizioni di offerta, abbiamo segnalato al gruppo azionisti CAR la nostra posizione favorevole all’adesione».
Non più tardi di qualche giorno fa il sindaco di Mondovì' Paolo Adriano, assieme al collega Federico Borgna sindaco di Cuneo, aveva incontrato la presidente di UBI Banca Letizia Moratti. Era la seconda volta che i massimi vertici della finanza bancaria “scendono” in Granda per discutere coi sindaci del tema: era già avvenuto qualche settimana fa, quando Adriano, Borgna e il sindaco di Alba Carlo Bo avevano incontrato Gaetano Miccichè, ex direttore generale di Intesa Sanpaolo (oggi presidente di Banca Imi) e Fabrizio Palenzona, ex vicepresidente di Unicredit. Per alcuni, il "road show" di Miccichè era stato l'anticamera della chiusura dell'affare.
«Si sono avviati i più opportuni approfondimenti tecnici e confronti - spiega la CRC – durante i quali Intesa Sanpaolo ha dimostrato una disponibilità all’ascolto e un riconoscimento dell’importanza, in questa operazione, del territorio cuneese, rappresentato da Fondazione CRC quale primo azionista istituzionale di UBI Banca. A seguito di queste interlocuzioni, Intesa Sanpaolo ha deliberato un miglioramento dell’offerta pubblica di scambio, con una componente cash da riconoscere a tutti gli azionisti di UBI aderenti, in misura proporzionale al possesso azionario, pari a 652 milioni di euro. Queste nuove condizioni di offerta sono state analizzate approfonditamente, con il supporto degli advisor Société Générale e Studio Pavesio e Associati, dal Consiglio di Amministrazione e dal Consiglio Generale della Fondazione, riunitisi questa sera. Entrambi gli Organi hanno espresso un forte apprezzamento per il lavoro svolto dal presidente e dalla struttura, ed hanno unanimemente ritenuto che questi nuovi valori di offerta rappresentino un riconoscimento del valore patrimoniale, organizzativo e commerciale di UBI Banca, valore evidenziato pienamente, anche nell’ultimo periodo, dalle comunicazioni e dalle iniziative del
Consiglio di Amministrazione della banca stessa. Appena assunta la deliberazione, Fondazione CRC ha tempestivamente avvisato i soci del CAR, con i quali si è affrontata l’operazione in stretta e continua collaborazione, segnalando le nuove condizioni di offerta e la propria posizione favorevole all’adesione. L’apporto monetario aggiuntivo si quantifica, per Fondazione CRC, in circa 40 milioni di euro di capitale: questa cifra (0,57 euro) sommata al prezzo di mercato raggiunto dal titolo UBI Banca in data odierna (3,27 euro) porta la Fondazione ad effettuare un’operazione positiva rispetto ai valori contabili di carico».
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