“Cup”: «Per prenotare una visita, ho dovuto rifare l’impegnativa 10 volte»

L’incredibile “avventura” di una monregalese, alle prese con il servizio unico per fissare una visita medica: «Un sistema complicatissimo anche per i giovani. Come faranno gli anziani?»

Fino a qualche tempo fa il servizio veniva gestito “individualmente”, provincia per provincia, ora invece per la prenotazione delle visite e delle prestazioni mediche del servizio sanitario nazionale è attivo il “Cup”, il Centro unico per le prenotazioni, che gestisce il tutto su scala regionale. Chiamando il numero verde dedicato, oppure collegandosi direttamente via smartphone tramite la app dedicata, si accede così al servizio, che permette di fissare un appuntamento, di modificarne la data, l’ora e il giorno (ovviamente in base alla disponibilità del momento), oppure di annullare una visita precedentemente prenotata. Un progetto importante, fondamentale, che però troppo spesso rischia di creare grosse difficoltà agli utenti, a causa di tempi lunghissimi di attesa, di problemi nell’interfacciarsi con il servizio automatico e anche di qualche “bug” che compromette il corretto funzionamento del sistema. «Ho 35 anni e mi sono trovata in grossissime difficoltà con il “Cup”, in occasione di un paio di visite che dovevo prenotare – ci racconta una monregalese –. Ho pensato quindi di raccontarvi la mia esperienza davvero pazzesca perché se il sistema riesce a far andare in crisi persone giovani e abituate ad aver a che fare con numeri verdi, call-centre, internet, smartphone e app, non voglio pensare quali difficoltà possa incontrare un anziano». Tutto è iniziato a dicembre 2019, quando alla ragazza è stata prescritta una prova aspirometrica. «Pensavo di poter prenotare l’aspirometria con una semplice telefonata, invece lì è iniziato un iter lunghissimo, che si è concluso solo pochi giorni fa, ad agosto – racconta –. Tralasciando alcuni spostamenti della visita, causati comprensibilmente della pandemia Covid, ci mancherebbe altro, sono però andata in contro ad una serie di vicissitudini che proprio non mi aspettavo. In sostanza ho dovuto far cambiare l’impegnativa una decina di volte. Chiamando il “Cup” infatti ogni “ricetta” aveva qualcosa che non andava: la prima comprendeva troppe prestazioni sulla stessa richiesta, la seconda aveva un numero identificativo che non veniva riconosciuto dal sistema, la terza aveva ancora altri “problemi”. Il tutto si è risolto solo ad agosto, quando il medico di base mi ha fatto una ricetta con richiesta di “urgenza”, che alla fine fortunatamente è stata accolta dal servizio. Altra avventura – aggiunge la monregalese –, proprio in questi giorni, quando dovevo spostare una visita fissata in precedenza. Chiamo il numero verde. Mi dicono: “Per spostamenti premere 3”, premo 3. “Se in possesso del codice fornito al momento della prenotazione, premere 2”. Io non avevo codici, quindi premo 3 e cade la linea. Rifaccio tutta la trafila al telefono e continua a cadere la linea. Chiamo l’Ospedale dove avevo prenotato e mi dicono che devo ricontattare il numero verde e parlare con l’operatore. Rifaccio tutto per l’ennesima volta e riesco finalmente a parlare con l’operatore il quale, sorpresa, mi dice… “Eh ma lei deve premere 3, poi dire che ha il codice anche se non ce l’ha e poi digitare un numero qualsiasi al posto del codice, così il sistema automatico lo riconosce e si può proseguire con lo spostamento. Per concludere in bellezza, seguendo queste indicazioni, riesco finalmente a parlare con chi di dovere per spostare l’appuntamento. A questo punto, ciliegina sulla torta, vengo a sapere che in realtà la mia visita era già spostata ad un altro giorno, diverso da quello che mi avevano comunicato anche via sms, senza assolutamente avvertirmi».

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