Enrico Costa: «Permettere ai Comuni montani a rischio alluvione di trattenere l’intera IMU»

Per costituire un "Fondo Comunale contro il dissesto idrogeologico". Accolto dal Governo un ordine del giorno presentato dal deputato monregalese alla Camera

A seguito dei gravi danni causati dagli eventi alluvionali che ad inizio ottobre hanno colpito in modo particolare la Granda, Enrico Costa (Azione) ha presentato alla Camera un Ordine del Giorno al Decreto Agosto per impegnare il Governo a “valutare l’opportunità di emanare provvedimenti normativi opportuni che consentano ai Comuni facenti parte delle Unioni Montane a rischio alluvione di trattenere l'intero gettito generato dall'IMU al fine di costituire un ‘Fondo Comunale contro il dissesto idrogeologico’ che consentano, da un lato, di intervenire in somma urgenza durante eventuali contesti alluvionali e, dall'altro, di sostenere i costi della progettazione delle opere utili a prevenire i danni da maltempo”.
L’ordine del giorno, accolto dal Governo “compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”, è finalizzato a superare il paradosso secondo cui i Comuni montani con minore capacità fiscale, risultano essere i più penalizzati dal meccanismo di alimentazione e di riparto dall’attuale Fondo di solidarietà comunale. Essi ospitano molte seconde case, per cui una quota consistente del gettito pagato dai proprietari di questi immobili va allo Stato e non resta nelle casse dei Comuni stessi, che quindi non hanno la capacità finanziaria per predisporre la progettazione di opere di difesa da eventi alluvionali. Per ciò che riguarda soltanto i comuni della provincia di Cuneo, se venisse accolta la proposta di Costa, «nel giro di 5 anni, si lascerebbero alle Unioni Montane decine di milioni di euro pagati sui loro territori, da utilizzare con immediatezza, anziché costringere i sindaci ad andare ogni volta con il cappello in mano a tempo scaduto».
Con questo Ordine del Giorno, l’on Costa ha recepito le istanze già prodotte negli anni scorsi da 40 Comuni e 5 Unioni montane della provincia di Cuneo. “In questi giorni la Provincia di Cuneo è forse quella che sta pagando il prezzo più alto, con una conta dei danni che raggiunge diverse centinaia di milioni di euro” scrive Costa nel suo ordine del Giorno, “in questo contesto, vanno segnalati i casi dei Comuni di Garessio e Limone Piemonte, oltre che Ceva, Ormea ed altri piccoli centri ove sono state oggetto di danni ingentissimi attività imprenditoriali e commerciali”.
“Nonostante l’importante impegno in termini di risorse umane, economiche e progettuali messo in campo negli ultimi decenni, dal 1994 ad oggi, sono stati ben tre gli eventi di grave entità le cui conseguenze continuano a recare importanti danni al territorio ed alla popolazione cuneese”. È quindi fondamentale - prendendo atto che essi sono purtroppo destinati ripetersi e di come il dissesto idrogeologico sia da anni una emergenza di rilievo nazionale - “consentire ai Comuni di agire con immediatezza” potendo disporre delle risorse economiche necessarie per “provvedere ad interventi di somma urgenza nonché sostenere i costi relativi alla progettazione di opere utili alla prevenzione”.
“Sarà ora fondamentale che l’esecutivo mantenga l’impegno assunto con il Parlamento, senza tergiversare. Lo dobbiamo ai nostri cittadini, colpiti più volte nelle loro attività, abitazioni, infrastrutture» conclude Costa.

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