Quando il dottor Jekyll, rispettabile cittadino dell’Inghilterra vittoriana, decide di chiudersi in laboratorio per creare l’intruglio che lo trasformerà in Mr Hyde, di certo non poteva prevederne l’epilogo disastroso. Tutto ha origine dalla percezione di una doppia natura che alberga nell’anima del protagonista, due presenze opposte e contrarie ma impossibili da discernere in modo chiaro e separato. Moralmente irreprensibile, protetto da una facciata di impeccabile professionalità che non lascia spazio a ombre, Jekyll è calato in un tessuto sociale in cui non è pensabile accogliere l’idea che l’ animo umano non sia soltanto bianco o nero, che la natura dell’uomo non sia un monoblocco di pura virtù che non può essere scalfita dalla debolezza o dalla colpa. Per questo Jekyll non comprende questo respiro sinistro che smuove le pieghe della sua perfetta struttura e ricorre alla scienza per scoprirne l’identità. Si procura dei “sali” da combinare in una pozione che egli sa essere estremamente pericolosa e compie il passo verso l’abisso bevendo il miscuglio tutto d’un fiato. Il corpo è scosso da spasmi dolorosissimi, le ossa sembrano sgretolarsi, le budella esplodere in preda alle convulsioni. L’ identità di Jekyll è ora ribaltata: la bassa statura di Hyde contrasta con l’ altezza slanciata di Jekyll e i tratti apollinei del dottore si deformano nel ghigno malvagio di Hyde. Una volta presa vita autonoma, la bestia celata dentro di sé e a lungo repressa, esplode e affonda nella totale recklessness, pura assenza di ogni vincolo etico. Quella natura, proprio perché a lungo nascosta e negata, una volta allentata la briglia, erompe in tutta la sua devastante violenza, tramutandosi in artefice di crimini efferati. Simbolicamente, il lato oscuro, ostinatamente imbavagliato e imprigionato in un meccanismo di cieca negazione, si ribella liberandosi delle catene e, esasperato, ribalta il sistema di valori degenerando verso l’inevitabile caduta finale. L’ultimo tentativo di rientrare nelle vesti di Dottor Jekyll fallirà miseramente. Hyde ha preso il sopravvento ma da carnefice finirà per essere vittima di sé stesso, rovesciando ancora una volta i ruoli, in un destino di inesorabile autodistruzione.
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