«Ci sarebbe da scrivere un libro». E ne verrebbe fuori sicuramente qualcosa di autentico, genuino e tutto meno che banale. Proprio come lui, Darko di nome e Damnjanovic di cognome, figlio adottivo di quel Ceva che però tra qualche mese lascerà per tornare a casa, nella “sua” Serbia. «Lo faccio per seguire il sogno, scelgo la vita da allenatore professionista. Mi sento in pace, e la mia famiglia mi accompagnerà». Di mezzo ci sono però ancora i suoi ragazzi dell’Ama Brenta Ceva: «Un gruppo fantastico, che né il Covid, né l’alluvione ha piegato. Quando partirò? Fino a dicembre-gennaio sono qui, devo chiudere i miei impegni di lavoro. Poi valuterò in base a se continuerà o meno il campionato. Magari potrei rimandare in primavera, ma sono comunque gli ultimi mesi qui».
Poi, quale futuro? Per ora di definitivo non c’è ancora nulla, ma sul tavolo si profila un ritorno alle origini (...)
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