di LAPIS
50%, poi 75%, poi 100%. La barra di caricamento si è completata: non di un download, ma di un lockdown: quello della scuola, almeno in Piemonte, almeno le superiori, ora che scrivo. E si è passati alla didattica a distanza in forma integrale. Una ripresa dell’esperienza dello scorso anno scolastico, certo, ma con la sfida di far funzionare davvero quest’annata a pieno regime, o il più vicino possibile. Una sfida ineguale, chiaramente: è relativamente più facile per un docente di lettere farlo funzionare, che per un docente di officina, di cucina, di qualsiasi attività pratica o laboratoriale. La sfida è vedere, con un ottimismo che al confronto Pollyanna era Leopardi, le possibilità anche in questa situazione nerissima sotto ogni profilo: quello sanitario, quello economico per il Paese, e anche quello didattico che ci tocca da vicino. Ecco allora che Google Classroom e gli altri strumenti, debitamente potenziati, diventano indispensabili per reinventare una didattica digitale. Nella criticità generale, un elemento è interessante: la possibilità di utilizzare in tempo reale la rete informatica per integrare istantaneamente video, documenti, immagini nel corso della lezione. Se parli di Newton e citi il vecchio logo della Apple a una classe di informatici, ecco che lo puoi subito mostrare in condivisione. E puoi tenere pronti una serie di documentari e video su Youtube da inserire al momento giusto della lezione. La difficoltà è trovare un nuovo ritmo. L’insegnante è una specie di teatrante dell’età elisabettiana (dai migliori ai peggiori) che si trova trasformato istantaneamente in youtuber. La lezione apparentemente è la stessa, ma i tempi, i toni, le interazioni vecchie non funzionano, tutto va rimodulato, ripensato. E un enorme capitolo è la nuova valutazione, specie contando che questa modalità rischia di divenire una presenza stabile nel futuro dell’istruzione. Una reinvenzione complicata, in un periodo in cui probabilmente spirano anche, non immediati, venti gelidi di tagli epocali sul welfare nel suo complesso, di fronte all’enorme ondata di crisi economica che il COVID sta preparando. Ma, come tutti, si procede un passo alla volta.
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