Post-alluvione: traffico aumentato sulla Statale 28. «La situazione della Statale 28 nei pressi della Cartiera è preoccupante. A quasi un mese dall’alluvione l’Anas si è limitata a sistemare un semaforo, e ulteriori due prima di Trappa, e, dopo gli incessanti sopralluoghi, anche tramite elicottero, dei primi giorni, non è più successo niente. La parte rimasta, dopo l’invasione del Tanaro che ne ha estirpato i massi più esterni, è piuttosto fragile e quasi sicuramente destinata a crollare al prossimo evento alluvionale di una certa portata. In quella parte di statale non c’è altra alternativa che... passare sulla ferrovia! Stiamo scherzando? Stiamo aspettando che accada questo?». Così un lettore che pone l’attenzione sulle criticità della SS28, causa l’alluvione del 2-3 ottobre, nei pressi della Cartiera di Ormea.
Post-alluvione: traffico aumentato sulla Statale 28
«E’ vero. La situazione è critica – precisa in punto il sindaco e presidente dell’Unione montana Alta val Tanaro, Giorgio Ferraris –. Anas ha assegnato a una ditta una serie di interventi, tra cui questo. Solleciterò l’avvio dei lavori quanto prima perché, in particolar modo il tratto a valle della Cartiera, con ulteriori piogge sarebbe soggetto a nuovi smottamenti e Ormea rimarrebbe isolata». Ma le criticità della strada statale 28 non finiscono lì. «Stiamo aspettando questi lavori, come molti altri – aggiunge Ferraris –. Il considerevole aumento di traffico che stiamo registrando è sotto gli occhi di tutti. C’è necessità che si prenda piena consapevolezza dell’importanza che questa strada riveste, anche nell’ottica del collegamento con il Ponente Ligure, a maggior ragione considerate le problematiche dell’autostrada e del Tenda, sicuramente non risolvibili in tempi brevi. La SS28 aspetta da anni lavori (e il riferimento è ai tre famosi interventi su Rocchini, Cave di Bagnasco e Eca Nasagò già inseriti nel Piano triennale Anas), ma servono anche ulteriori migliorie perché così non si può pensare di andare avanti».
Autotrasportatori costretti a percorrere la Statale 28 per raggiungere la Francia
Dalle intenzioni ai fatti. Astra trasportatori associati, che solo qualche settimana fa aveva manifestato la necessità di riprogettare profondamente l’intera viabilità che collega la provincia di Cuneo a quella di Imperia e alla Costa Azzurra, passando per la Valle Roja ora impraticabile in seguito alla devastante alluvione del 2 ottobre scorso, si è fatta portavoce delle istanze delle aziende di autotrasporto invitando la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, a prevedere una forma di ristoro per le imprese costrette a compiere tragitti maggiori di circa 100 chilometri, usufruendo della Statale 28, o in buona parte autostradali (con passaggio a Savona), con aggravi finanziari importanti.
«Pur essendo di proporzioni minori, si tratta della stessa condizione che si è verificata con il crollo del Ponte Morandi a Genova e in quel caso il Governo ha previsto per Decreto degli stanziamenti a favore degli autotrasportatori per consentire il ristoro delle maggiori spese affrontate, dovendo percorrere obbligatoriamente strade alternative – sottolinea il presidente di Astra Cuneo, Diego Pasero –. È certamente diversa la causa dell’evento che ha sconvolto le valli Vermenagna e Roja, ma le conseguenze per le imprese sono le medesime con un notevole allungamento dei percorsi per raggiungere i luoghi di carico e scarico. Oltretutto è da tener presente che sono già tre anni che gli autotrasportatori italiani sopportano maggiori costi, dal momento che la francese RD 6204, ora chiusa al traffico, era già stata interdetta alla circolazione dei mezzi pesanti oltre le 19 tonnellate da parte dei Comuni transalpini della Valle Roja».
Nel presentare questa precisa richiesta scritta al ministro De Micheli, tramite la Confetra (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica), gli uffici di Astra Cuneo hanno anche stimato le risorse che sarebbero necessarie per venire incontro alle imprese: «Abbiamo calcolato che il ristoro non dovrebbe essere inferiore ai 2 milioni e 250 mila euro annui, stimando in 300 le missioni di viaggio giornaliere, sviluppate su 250 giorni lavorativi con una cifra di ristoro pari a 30 euro per viaggio – continua Pasero –. Soprattutto in questa fase non si possono lasciare le imprese sole ad affrontare ulteriori problemi, in aggiunta a quelli causati dall’emergenza sanitaria in atto. Una forma di ristoro sul modello di quanto è stato fatto per Genova è necessaria fino a quando non potrà essere ripristinata la normale circolazione».
In queste settimane tanto si sta facendo, su ambo i versanti, per dare il necessario e concreto conforto alle popolazioni colpite dalle intense precipitazioni di inizio ottobre e per sgombrare ciò che resta della strada internazionale dalle macerie portate dalla furia dell’acqua. Per Astra occorre, tuttavia, non perdere tempo anche per ripensare le infrastrutture viarie gravemente danneggiate, mobilitando i Governi di entrambi gli Stati interessati, Italia e Francia, affinché trovino le risorse necessarie per avviare interventi strutturali che, in ogni caso, dureranno anni.
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