Ordinazione diaconale per il chierico Andrea Cravero, appartenente alla Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Mondovì, all’interno della celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo mons. Egidio Miragoli, domenica 22 novembre (solennità di Cristo re dell’universo) alle 16,30, nella Chiesa di San Filippo - Santuario del Santissimo Nome di Maria, a Breo. Ovviamente saranno osservate tutte le normative previste per le precauzioni anti-contagio. La celebrazione si potrà seguire anche in diretta streaming su Facebook (Congregazione dell’Oratorio San Filippo Neri di Mondovì) o su YouTube (Ordinazione Ch Andrea Cravero Mondovì). La comunità monregalese della Congregazione dell’Oratorio San Filippo Neri è composta da p. Gino Romana (preposito), da p. Walter Illera, da p. Marco Pagliccia e dallo stresso futuro diacono Andrea Cravero
«“UNA SCELTA DI VITA” CHE MI HA CONQUISTATO»
Andrea, molti ti conoscono già perché sei presente nella comunità dei Padri dell’Oratorio di San Filippo a Breo da qualche tempo, ma forse è opportuno che ti presenti con qualche nota biografica, anche per ripercorrere insieme e condividere l’itinerario che ti ha condotto a questa scelta di consacrazione nel ministero ordinato…
«Certo. Ho ventisette anni. Sono di San Benigno di Cuneo – ci dice Andrea Cravero –. Sono figlio unico. Ho preso il diploma di perito agrario, ed ho compiuto il percorso di studi in teologia presso lo STI a Fossano. Qui ho avuto modo di conoscere l’attuale p. Marco Pagliccia della Congregazione dell’Oratorio San Filippo neri di Mondovì. Così, poco per volta, mi sono lasciato conquistare da questa scelta di vita. E la prima volta che sono venuto a Mondovì per vedere di persona la Chiesa e l’Oratorio di San Filippo a Breo, mi sono detto: “Quasi quasi mi fermo qua”. Un posto che mi è piaciuto molto, da subito».
Dicci qualcosa dell’esperienza che hai fatto e stai facendo nella comunità dei Padri Filippini. Qual è il tratto più significativo che connota la spiritualità e la mission pastorale per i seguaci di San Filippo Neri, oggi nella Chiesa del terzo millennio… e qui nella realtà diocesana
«Io vorrei un po’ tralasciare la parola “esperienza”, perchè può essere a scadenza o saltuaria. Preferirei proprio parlare di “scelta di vita”. San Filippo Neri – spiega Andrea Cravero – ha infatti indicato questo tratto significativo della consacrazione tra i Padri dell’Oratorio, con una promessa di stabilità che equivale ad un’appartenenza a questa comunità fino alla… morte, per sempre. Insomma, a volte mi sorprendo a dire che resterò qua in totale fedeltà a questa presenza, pur con tutti i limiti che ci si può portare appresso. Ed è un dato che informa un po’ il proprio ministero e dà anche stabilità ai fedeli».
Ora diventi diacono in vista del presbiterato: quando è fissato questo ulteriore importante traguardo? E come ti stai preparando?
«Non so ancora quando avverrà questo passo nel ministero ordinato, non di dipende da me. Probabilmente potrà essere il prossimo anno – aggiunge Andrea -. Mi sto preparando semplicemente nel mio apporto quotidiano alla comunità dei Padri Filippini, nella dimensione tipica della nostra scelta di vita. Ed intanto, come sto già facendo, do una mano nelle responsabilità pastorali affidate dalla diocesi alla nostra comunità di San Filippo Neri, adesso nelle piccole parrocchie sotto la guida di p. Marco Pagliccia (Castellino Tanaro, Igliano, Roascio e Torresina). Ma mi sento impegnato soprattutto ad essere un buon padre filippino e non fermarmi al supporto da dare nella pastorale in diocesi».
Quale messaggio essenziale puoi rilanciare ai giovani d’oggi, mentre ti appresti a compiere questi passi di dono e di servizio nell’Evangelo, nel ministero per i fratelli in questi tempi complicati?
«Credo che sia importante mettersi al servizio, nel cammino che le persone stanno facendo nella loro vita quotidiana – conclude Andrea Cravero –. E i momenti dei Sacramenti, l’Eucaristia e la Riconciliazione in particolare, sono risorse preziose per sostenere la gente nella ferialità, nelle situazioni di fatica, nel bisogno di guida spirituale. E soprattutto ci è chiesto di essere pronti a valorizzare la quotidianità, da credenti. Attingendo anche alla nostra vita comunitaria, nel segno gioioso di San Filippo Neri».
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