Il vaccino per l'influenza in Piemonte non c'è, Cirio furioso coi fornitori : «Chiederemo i danni alla Sanofi: non hanno adempiuto al contratto»
Il presidente Cirio è furioso. In conferenza stampa è stato chiarissimo: «Qui non si sta mica parlando di consegnare piastrelle! Dovevano arrivare 1 milione e 320 mila vaccini: non sono arrivati? Chiederemo conto alla Sanofi». E si parla già di chiedere i danni, «sia civili che penali». Così il governatore del Piemonte, oggi venerdì 20 novembre in conferenza stampa, ha voluto chiarire «una volta e per tutte» ciò che è accaduto (e soprattutto ciò che non è accaduto) coi vaccini anti influenzali. L'appalto era andato alla multinazionale farmaceutica Sanofi, ditta che fino a qualche anno fa aveva anche uno stabilimento a Garessio (poi ceduto). Le consegne sono partite a giugno. Ma non sono mai arrivate alla quantità indicata dall'appalto.
IL VACCINO CHE NON C'È
Da settimane si è capito che il vaccino contro l'influenza quest'anno avrebbe avuto difficoltà ad arrivare. I medici lo hanno ordinato, le farmacie anche: alcuni studi di medici di base raccoglievano addirittura le prenotazioni tra i pazienti. Ma poi... il vaccino non è arrivato. Cos'è successo? Cirio: «La Regione aveva assegnato un appalto alla Sanofi a maggio, e ribadisco a maggio, per la consegna di 1 milione e 320 mila vaccini. Questa cifra corrisponde al 94% della popolazione over 60, ovvero la platea indicata dal Ministero della Salute. Il Ministero fissa due soglie: un minimo di copertura, il 75%, e una ottimale, al 95%. Il Piemonte voleva una copertura ottimale. L'anno scorso le dosi somministrate erano state 700 mila, ma sapevamo che quest'anno la richiesta sarebbe stata alta e abbiamo appaltato 1 milione e 320 mila dosi. E Sanofi si era impegnata a consegnarle». Ma ne sono arrivate molte meno, 930 mila.
Cirio: «Quando ci siamo resi conto che le dosi non stavano arrivando, abbiamo fatto delle verifiche. E infine abbiamo chiamato la Sanofi, che ci ha dato le risposte "tipiche" da periodo di pandemia: le consegne sono difficili, la richiesta è più alta del previsto, eccetera. Bene: noi, queste risposte, non le accettiamo! Qui non si sta parlando di consegnare sedie o piastrelle: qui si sta parlando di consegnare vaccini per la salute dei cittadini del Piemonte. Le lamentele dei cittadini si sono riverberate sui farmacisti o sui medici di base, che non ne potevano assolutamente nulla. Ora la Regione tiene la schiena dritta e chiederà i danni». La Regione ha già rilevato danni di natura sia civile che penale: «Siamo di fronte a un indiscutibile inadempimento contrattuale - ha detto il commissario dell'area Giuridico-Amministrativa dell'Unità di Crisi, Antonio Rinaudo - . Quando è stato fatto il contratto eravamo in pandemia: e si sapeva benissimo che la richiesta sarebbe stata alta. Rispondere, oggi, che l'alta richiesta ha impedito di adempiere, è una giustificazione puerile e si potrebbe addirittura classificare come dolo eventuale».
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