«La situazione è complessa, abbiamo attualmente attivati 28 letti in terapia intensiva: 10 a Saluzzo, 8 su Savigliano e 10 a Mondovì. E abbiamo mantenuto in emergenza 4 posti letto di intensiva attivi a Savigliano, presso il blocco operatorio, e due letti di terapia intensiva "puliti" presso l' Utic (reparto ospedaliero specializzato nella gestione del paziente affetto da patologia cardiaca acuta, ndr) di Mondovì». Il neo commissario straordinario per l'emergenza dell'Asl Cn1 Giuseppe Guerra ha fatto – oggi, lunedì 23 novembre – il punto della situazione durante lo spazio istituzionale dell'azienda sanitaria nel tg "Salute e dintorni", tutto dedicato all'emergenza Covid.
Ci sono state importantissime novità sul fronte ospedaliero di Mondovì e Ceva. Al "Regina Montis Regalis" sono attualmente in funzione il reparto di rianimazione e due reparti Covid, più l'ultimo attivato venerdì. Il nosocomio cebano è dedicato completamente alla degenza Covid. Il tema cardine è la carenza di personale: «Stimiamo sulle 100 unità il personale assente perchè positivo al Covid. Con i rientri, contiamo di andare ad aprire un nuovo reparto Covid a Mondovì (come avvenuto a fine settimana scorsa, ndr) e , successivamente, anche a Savigliano o a Ceva. Abbiamo a disposizione attualmente 32 anestesisti, un numero inferiore rispetto all'indice richiesto dal Governo. Il plauso va al nostro personale, che tiene attivi i letti di intensiva su tre sedi differenti».
Cure a domicilio: «Presto attiveremo ambulatori specifici, con percorsi specifici, tra casa e Ospedale»
Ma l'obiettivo è quello, in parallelo, di alleggerire il più possibile la pressione sugli Ospedali. Come? Con le cure domiciliari e nuovi percorsi di integrazione in struttura. «Stiamo mettendo giù un protocollo – continua Guerra – per la facilitazione della comunicazione tra Ospedale e servizi territoriali. Il problema del Piemonte è che abbiamo ricoverato tanto, ma dobbiamo tenere i paucisintomatici e quelli che sono asintomatici assolutamente a domicilio, se no le nostre risorse ospedaliere fanno presto ad andare in criticità».
«Presto attiveremo anche degli ambulatori ospedalieri in modo che il paziente Covid non grave possa accedere a una struttura ospedaliera ed essere “studiato” e si possano così avere consulenze allestite dalle Usca all’interno degli Ospedali e con percorsi ben definiti. Di che tipo? Possibilmente delle consulenze cardiologiche, pneumologiche ma soprattutto diabetologiche perché abbiamo visto che, statisticamente, il diabete è la condizione patologica che più si accomuna con il Covid e quindi anche la maggiore mortalità noi la osserviamo come co-mortalità con il diabete».
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