“Questo NON è AMORE”. È lo slogan tracciato dalla Polizia di Stato nel giorno, il 25 novembre, in cui si celebra e si sensibilizza la giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne. C’è un tessuto di storie crude, di persone, di vite e vittime. E anche di numeri, partendo da quelli più vicini a noi. Li mette in fila la Questura di Cuneo nel periodo tra gennaio e settembre 2020, raffrontati allo stesso lasso di tempo nello scorso anno. Sono i “reati spia”: 39 atti persecutori (79 nel 2019), 66 i maltrattamenti contro familiari e conviventi (78 l’anno prima), 19 le violenze sessuali e un femminicidio, consumato lo scorso 22 maggio nel piazzale dell’Auchan, quando Francesco Borgheresi uccise a colpi di pistola Mihaela Apostolides, per gelosia.
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Queste cifre, è bene specificarlo, restituiscono la realtà di superficie, a seguito di denunce e procedimenti. Resta più arduo valutare l’impatto del fenomeno nel “sommerso”. L’analisi dei delitti denunciati, come nel trend nazionale, denota comunque numeri in calo. Nell’anno del lockdown e delle restrizioni forzate. Come mai? Statisticamente le misure anticontagio hanno fatto calare tutti i tipi di reato, Nonostante questo, è il numero delle donne vittime di femminicidio a far emergere fattori culturali sottesi. «L’isolamento forzato – si legge nel comunicato trasmesso dalla Questura – ha infatti limitato, nella maggior parte dei nuclei familiari a rischio, i motivi del degenerare di una semplice discussione: la donna che stava in casa per forza si trovava a sottostare all’uomo che poteva esercitare indisturbato il suo controllo. Il suo ex (fidanzato, compagno, marito), non potendo circolare liberamente per cercarla, non aveva l’occasione di organizzare quell’ultimo incontro con i possibili tragici risvolti che potevano derivarne».
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Ma l’allarme rosso è scattato alla fine del lockdown quando gli «omicidi volontari, con connotati sociologici del femminicidio, hanno ripreso ad impennarsi». Tra i delitti censiti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale nella “violenza di genere” più della metà è rappresentato dai maltrattamenti in famiglia (58%), il resto dagli atti persecutori (33%) e le violenze sessuali (9%).
In concomitanza con il lockdown l’app della polizia di Stato YOUPOL (attraverso cui i cittadini possono chattare, anche in modo anonimo, con le Sale Operative delle Questure) è stata implementata, prevendendo la possibilità di segnalare anche i reati di violenza domestica. Dal 28 marzo al 30 settembre sono state 542 le segnalazioni ricevute tramite app in tutta Italia. Questa sera, mercoledì 25 novembre, aderendo all’iniziativa indetta dalla Soroptimist International d’Italia, anche il palazzo sede della Questura di Cuneo risplenderà di luce arancione.
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