Al lavoro per ripulire la “Bealera del diavolo” a Frabosa

Antica opera, sarà rivalutata in chiave turistica: ne riscopriamo l'antico fascino e la leggenda, legata a questo canale del Seicento

Gli operai forestali della Regione sono la lavoro dalla scorsa settimana per pulire il tracciato della “bialera del diavolo”, un sentiero che collega Corsaglia e Bossea, attraverso Montaldo di M.vì, ino a Vicoforte. Il suo nome deriva da una leggenda locale, secondo cui il diavolo in persona, invidioso della magniicenza del Santuario di Vicoforte, aveva proposto al rettore un patto: se lui fosse riuscito a portare l’acqua del Corsaglia ino a Vicoforte, avrebbe avuto il permesso di distruggerlo. Il rettore accettò ma a una condizione: il patto sarebbe stato valido solo se il diavolo fosse riuscito a portare l’acqua in una notte soltanto. Il diavolo scavò per tutta la notte, ma quando spuntò l’alba il lavoro non era stato inito e quindi dovette rinunciare al suo intento. Leggende a parte, il percorso della “bialera del diavolo” è un sentiero molto bello, che attraversa il paesaggio dell’Alta val Corsaglia, e che una volta ripulito potrebbe attrarre molti appassionati delle camminate in mezzo ai boschi. «La bealera del diavolo è un’opera iniziata intorno al 1600, avrebbe dovuto portare l’acqua del Corsaglia ino al Santuario di Vico. Il sentiero attuale corre per 18 km sul sedime di quest’antica opera – spiega Paolo Fechino –. Il tratto è stato boniicato con un intervento richiesto dal Comune di Frabosa Soprana alla Regione Piemonte, grazie all’intervento degli operatori forestali della squadra 107. Sono stati ricostruiti tratti franati e il sentiero è stato ripulito. Il tratturo è punteggiato da piloncini votivi alcuni con pitture pregevoli, quasi tutti con l’immagine della Madonna di Vico (nella foto), perché era là che conduceva, e su di un tratto ove la roccia costeggia la via è stato scolpito l’anno di costruzione della Bealera». Per completare l’opera resta il tratto dalla Torre Sibilla al Pilone del Morra a Montaldo. Questo antico tracciato è solo un esempio delle risorse che potrebbero essere proficuamente restaurate, a vantaggio di turisti e escursionisti, a piedi o sulle due ruote.

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