Questa mattina, venerdì 4 dicembre, nevica copiosamente. Ma loro hanno scelto comunque di uscire di casa e recarsi a scuola. Dove però non possono entrare: perché fanno seconda Media, loro devono fare lezione in DAD - didattica a distanza. Al computer. Ma preferiscono farla lì, al freddo, ma con un minimo di contatto umano, che chiusi in camera da soli, anche oggi. Come accade da mesi. Anche ora che il Piemonte è zona arancione, anche ora che in altre parti di Italia i loro coetanei sono in aula tutti assieme. In Piemonte, no. E loro non ci stanno.
Questa mattina si è svolto a Mondovì, davanti alle Scuole secondarie "Cordero" dell'Altipiano, il presidio contro la DAD. C'erano anche mamme e papà, componenti del Comitato PAS Piemonte, Priorità alla Scuola. «Ma sono stati i ragazzi a chiederci di organizzare questo presidio - afferma Lalli Giacardi, mamma e componente PAS -. Lanciamo un appello alla Regione Piemonte: riaprire le scuole alla didattica in presenza. Serve responsabilità da parte di tutti, ma non è giusto che siano i ragazzi a pagare il prezzo». La dirigente dell'Istituto Mondovì-2, Vilma Peirone, è uscita per salutare i ragazzi: «Capisco le loro ragioni - afferma -. Se in una giornata come questa, con la neve, i ragazzi hanno scelto comunque di darci questo segnale... vorrà dire qualcosa, no? La scuola si è adeguata, ma la didattica in presenza è un'altra cosa». Tra i ragazzi, Davide, Braian e Giorgio accettano di parlare coi giornalisti nella pausa tra una lezione e l'altra: «Siamo zona arancione: crediamo si possa tornare a fare lezione. Ci mancano i nostri compagni di classe, ci manca la didattica in presenza. Vogliamo tornare in classe. Lo diciamo ai politici, speriamo che ci ascoltino: riaprite le scuole».
Domani, sabato 5 dicembre, l'assessore monregalese Luca Robaldo farà il punto sulle scuole con le dirigenti e gli amministratori dei Comuni limitrofi. Alle 11,30 incontrerà in videoconferenza il Gruppo "Priorità alle Scuole" di Mondovì. «Ringraziamo il Comune di Mondovì per quello che sta facendo - dicono dal comitato PAS -. La nostra iniziativa non è finalizzata a creare contrasto col Comune, che ci ha sempre dato ascolto. Il nostro appello, lo ribadiamo, è alla Regione».