«Il carcere di Cuneo messo a ferro e fuoco». Si apre così il comunicato rilasciato da Osapp, l’organizzazione sindacale autonoma di Polizia Penitenziaria, che riporta quanto avvenuto due giorni dopo Natale, la notte del 27 dicembre scorso. Quando la Polizia Penitenziaria, con non pochi rischi per la propria incolumità personale, ha evitato il trascendere di un tentativo di rivolta ordito da due detenuti, uno straniero ed un italiano. Quest’ultimo, tra l’altro, era già stato protagonista a marzo della rivolta nel carcere di Modena. I due hanno completamente distrutto una camera di pernottamento, rendendola inagibile e invitavano gli altri reclusi ad emulare i loro comportamenti, senza fortunatamente raccogliere adesioni.
L’augurio di Osapp è che «chi di dovere sappia riconoscere adeguatamente il merito del personale intervenuto. La Polizia Penitenziaria ancora una volta ha mostrato eccezionale professionalità e scrupolosa attenzione». «Il problema del carcere di Cuneo è divenuto serio e incontrollato», aggiunge Leo Beneduci che è segretario generale Osapp. «I detenuti hanno ben capito che gli agenti all’interno dell’istituto non hanno difese, né tutele. A dire il vero, al carcere di Cuneo, gli agenti non si sentono adeguatamente tutelati, nonostante la loro nota disponibilità. Troppi messaggi contradditori generano “caos” e delegittimazione del personale che sembrerebbe “umiliato” per l’assenza di provvedimenti concreti intrapresi verso i detenuti. Il personale è stanco di invettive gratuite. Chiediamo a gran voce che l’azione disciplinare prenda avvio e segua il suo corso, affinché i detenuti comprendano il dovere di rispettare le regole interne».