Ci speravano. Ma invano. Oggi, a una settimana dal 18 gennaio - la data che era stata indicata dal ministro Speranza come possibile riapertura degli impianti -, tutte le indiscrezioni vanno nella stessa direzione: nel prossimo Dpcm si ribadirà la chiusura delle piste da sci. Non c'è appello che tenga, le indicazioni sono le stesse ovunque. Dalle colonne del quotidiano Repubblica, oggi, l'assessore dell'Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea Giorgio Merlo afferma: «La sbandierata riapertura degli impianti di risalita per il prossimo 18 gennaio appartiene più al mondo degli auspici che non a quello della realtà. Occorre prendere atto della grave situazione sanitaria senza indicare ulteriori rinvii per la sempre più remota riapertura, e intervenire con rapidità per definire la cifra dei potenziali ristori».
LA REAZIONE
Dal profilo social di Artesina, oggi: «Fra sette giorni dovrebbero aprire gli impianti di risalita sulle nostre montagne ma ancora nulla è stato confermato. Anzi, a detta delle indiscrezioni di palazzo, Speranza è pronto a firmare l’ennesimo rinvio. Ministro, si rende conto che migliaia di lavoratori stanno aspettando di sapere se potranno o non potranno lavorare? Ministro, lo sa che per avviare un impianto ci vogliono giorni e giorni di preparazione e che chiaramente ad oggi le stazioni sciistiche sono già partite con la preparazione visto che pochi giorni fa lei stesso ha firmato un decreto ministeriale in cui sanciva la data del 18 gennaio quale data per ripartire? È così difficile chiedere di prendere una decisine che rimanga tale? Tra lei ed il Ministro Boccia avete paura di prendere qualsiasi decisione in un tempo ragionevole e non vi rendete conto che state ipotecando il futuro di intere comunità. Vi chiediamo di decidere e soprattutto di comunicare insieme alle rappresentanze delle attività di montagna, non ascoltando soltanto le paure più ingiustificate. Vi ricordo che le code che vediamo ai supermercati sono maggiori di quelle che potremmo vedere alla partenza impianti, se soltanto voi conosceste la montagna».