«Situazione surreale, folle, inspiegabile». Sono le parole, nette, con cui il ministro alla PA Fabiana Dadone, monregalese, commenta la crisi di Governo alle porte. «Non è che la pandemia si ferma perché c'è una crisi di Governo. Non si può fermare la realtà perché qualcuno ha deciso di interrompere il lavoro». E ancora: «Nel momento in cui si sta iniziando a vedere la via d'uscita da una situazione complicata come quella che stiamo attraversando, aprire una crisi di Governo non ha spiegazioni. Almeno, non reali e oggettive».
Ieri, mercoledì 13 gennaio, Matteo Renzi ha annunciato il divorzio (temporaneo? Definitivo?) dal premier Giuseppe Conte, ritirando dall'esecutivo tutti nomi di "Italia viva": le ministre Teresa Bellanova e Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto. «La situazione è sotto gli occhi di tutti - afferma la Dadone -. Comprendo il disappunto delle persone, è una situazione surreale. Una situazione che non rende giustizia a tutto quanto fatto fino a oggi dal Paese e dal Governo, comprese le ministre di "Italia viva". Questo scenario lascia senza parole. Ripeto: comprendo lo sconcerto della gente»
Il ventaglio delle ipotesi è in pratica aperto a 360 gradi: si va dalla chiusura definitiva del Conte-bis, con elezioni anticipate, alla formazione di un nuovo governo tecnico (c'è chi ipotizza il nome di Mario Draghi alla guida), a un "governo di responsabilità" Conte-ter con una maggioranza allargata che includa, oltre a 5 Stelle e PD, gruppi dalle varie ali. O, infine, a uno scenario con la stessa maggioranza di oggi ma un premier nuovo. La Dadone non entra nel merito delle decisioni future: «Non mi esprimo su quale sarà il futuro delle alleanze, con o senza "Italia viva", per sostenere un futuro Governo. Ci sono interlocuzioni delicate in corso. Quello che mi interessa è che il Paese possa avere una guida come quella del presidente Conte in grado di condurre l'Italia in questa fase di sforzo. Perché ricordiamoci che la pandemia non si è interrotta».