(a.c.) – La coppia si era separata oltre cinque anni fa e i loro due bambini, da allora, sono stati affidati in via esclusiva alla madre. Una soluzione che il papà, E.L., monregalese, classe 1983, rifiuta di accettare, come pure rifiuta gli incontri protetti dei servizi sociali. Il 23 dicembre scorso erano stati i “civich” di Torino, durante un servizio ordinario in abiti civili, a fermarlo, nei pressi dell’ospedale Molinette, nel corso della colluttazione scoppiata sul piazzale con il nuovo compagno della madre, anch’ella presente ai fatti.
Contro E.L. pende un divieto di avvicinamento richiesto dall’ex moglie, la quale già nel 2019 lo aveva denunciato per stalking. Il processo è attualmente in corso in tribunale di Cuneo, dove l’imputato è accusato di aver posto in atto una serie di comportamenti persecutori. «L’ho trovato sul posto di lavoro, al supermercato e anche sotto casa. Spesso cerca i bambini a scuola», aveva dichiarato nella scorsa udienza l’autrice della querela.
«Ho chiesto di sospendere gli incontri con i servizi sociali perché è disumano che un genitore sia costretto a vedere i propri figli solo rinchiuso in una stanza», ha spiegato l’imputato al giudice. I suoi tentativi di approccio con l’ex moglie, ha precisato, erano tutti finalizzati ad avere informazioni sui bambini: «Non riesco mai a sapere niente, nemmeno riguardo al ricovero ospedaliero che uno dei due ha affrontato prima dell’ultimo Natale, a seguito di un incidente d’auto». Nel 2018 l’uomo era stato condannato in primo grado per episodi di violenza contro l’ex moglie. In almeno un’occasione i carabinieri sono intervenuti invece per sedare dissidi verbali tra E.L. e il nuovo compagno della sua ex, lo stesso uomo col quale sarebbe poi scoppiata la rissa a Torino. Il processo è stato rinviato al 21 giugno per la discussione.