La Procura di Savona, sulla base delle relazioni tecniche dei periti, ha accertato che il crollo del Viadotto “Madonna del Monte” sull’A6 Torino-Savona avvenuto il 24 novembre 2019 è stato esclusivamente dovuto alla imprevista, imprevedibile e violenta frana staccatasi dal versante della montagna sovrastante. Nessuna responsabilità della società concessionaria: il viadotto era costruito con materiali idonei e non presentava ammaloramenti.
Autostrada dei Fiori rende noto che è stata archiviata in via definitiva l’inchiesta a carico di ignoti. «Il terreno, non classificato a rischio idrogeologico dalle carte dell’Autorità di bacino regionale, non è di pertinenza della società concessionaria», riferisce in un comunicato il gruppo che gestisce l’A6. «Autostrada dei Fiori ha da subito riposto la massima fiducia nell’operato della magistratura nella consapevolezza di aver sempre agito nel pieno rispetto delle normative e dei contratti e di aver posto in essere sul Viadotto “Madonna del Monte”, così come su tutte le opere d’arte dell’autostrada, tutte le attività di manutenzione, di ispezione e di controllo previste».
La violenta frana, del volume di circa 15mila metri cubi, si staccò dal versante della montagna per abbattersi a notevole velocità e con grande energia contro il manufatto autostradale tra i caselli di Savona ed Altare in direzione nord. «Autostrada dei Fiori, immediatamente dopo l’evento, si è impegnata tempestivamente nella ricostruzione del viadotto, restituito agli utenti e alla Regione Liguria nel tempo record di circa 70 giorni, in anticipo rispetto al cronoprogramma originariamente previsto. Da quando è subentrata nella gestione, la Società Autostrada ha avviato, seguendo un approccio di tipo industriale, un ingente programma di ammodernamento della tratta autostradale, pianificando ed eseguendo molteplici interventi volti ad innalzare gli standard di qualità dell’infrastruttura, che è una delle arterie stradali più vecchie d’Italia».