«Caro Draghi, le scriviamo per sottoporre alla sua attenzione una esigenza che ci è stata evidenziata in modo unitario e corale dalle nostre aziende: la possibilità di fare i vaccini ai propri lavoratori privatamente». Questa sera il Piemonte ha inviato la lettera al prof. Mario Draghi, come condiviso oggi tra il presidente della Regione Alberto Cirio, l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi e i presidenti delle Camere di commercio del territorio: Gian Paolo Coscia (presidente Unioncamere Piemonte e Camera commercio Alessandria-Asti), Fabio Ravanelli (presidente Camera commercio Biella-Vercelli, Novara, Vco), Mauro Gola (presidente Camera commercio Cuneo), Dario Gallina (presidente Camera commercio Torino) e Antonio Rinaudo (Commissario Area Giuridico-Amministrativa Unità di Crisi Regione Piemonte).
«Solleviamo il sistema pubblico»
«Il Piemonte – si legge – sta portando avanti la vaccinazione anti Covid-19 seguendo il Piano vaccini nazionale, tra le prime regioni a farlo. Con oltre 270 mila dosi già inoculate siamo, infatti, uno dei territori che sta procedendo con maggiore rapidità nella campagna vaccinale. Pensiamo possa essere utile approfondire l’opportunità e la fattibilità di percorrere questa strada, che riteniamo abbia un interesse pubblico fondamentale. Non solo quello di garantire che la produttività delle nostre aziende continui, ma allo stesso tempo quello di sollevare il sistema sanitario pubblico che potrà così continuare a concentrarsi sugli anziani, le scuole, i giovani e le altre fasce delle nostre comunità che sono più fragili».
«Il Piemonte è pronto e lo sono anche le sue aziende»
«Ciò a cui pensiamo è un meccanismo che veda due percorsi in parallelo, che non interferiscono a vicenda ma procedono a ulteriore e maggiore garanzia: l’uno del pubblico, che continueremo a portare avanti come Regione, e l’altro a disposizione delle nostre aziende private. Abbiamo dato mandato a Scr, la società di committenza regionale, di fare una indagine di mercato per capire a livello internazionale quanti vaccini siano effettivamente acquistabili e a quale costo, al fine di mettere a disposizione queste informazioni del sistema camerale piemontese. Quest’ultimo, parallelamente, sta approfondendo a livello giuridico la possibilità di fare da tramite nei confronti delle aziende che potrebbero acquistare i vaccini per somministrarli ai propri lavoratori».
«Il Piemonte è pronto e lo sono anche le sue aziende, che chiedono di poter ripartire facendo lavorare i propri lavoratori e le proprie lavoratrici in sicurezza. Ma desideriamo
procedere nel pieno rispetto delle regole italiane ed europee e in pieno accordo con le
nostre autorità nazionali. Per questo la preghiamo di voler considerare tale richiesta come prioritaria fra quelle cui il futuro governo dovrà dedicare il proprio impegno, facendosene portavoce al più presto anche nei confronti delle istituzioni Ue».