La “Casa di Mosè” verso il Condominio sociale

Il comune prosegue con il progetto di trasformare la Ra in un Condominio Sociale, per preservare i servizi a minori costi. Alcuni residenti pianfeiesi mandano una nuova lettera al Comune, con proposte e spunti circa il futuro della Casa di riposo

Nella serata di mercoledì si è tenuto il Consiglio comunale a Pianfei, al termine del quale Sindaco e consiglieri comunali, insieme agli altri argomenti di attualità del paese, hanno trattato della svolta nel futuro della “Casa di Mose”: da Ra a Condominio solidale. Questo è l’indirizzo preso dall’Amministrazione Turco per salvare, nei limiti del possibile, i conti del Comune e i servizi offerti dalla Casa di riposo agli ospiti. Accertata l’impossibilità di trasformare la “Casa di Mose” in un Rsa aumentando le possibilità di accogliere ospiti, si e deciso di percorrere la strada del Condominio solidale, una strada che consentirebbe di mantenere in piedi grossomodo gli stessi servizi ma con costi molto minori. In settimana sarà ufficializzata la costituzione della nuova Associazione “Mosè” che dovrebbe occuparsi della gestione dell’Ente nella sua nuova forma, in questo modo si potrebbe partire ipoteticamente già a inizio marzo, in modo da assicurare una continuità con la Ra, che entra nei suoi ultimi due mesi (il 31 marzo infatti e fissato il termine della chiusura). Il Condominio solidale entrerebbe a far parte del circuito delle Acli. Nel Cda ci saranno due membri indicati dal Comune. Nel Condominio solidale e prevista la presenza fissa, 24 ore su 24, di un custode, pronto a intervenire e fornire assistenza in caso di bisogno, che svolgerà anche l'attività di cucina per gli ospiti.

Il sindaco Turco: «Il nostro interesse è solo il bene del paese»

«Stiamo procedendo con il nostro progetto - ragguaglia il sindaco al termine del Consiglio, interpellato in merito - in settimana l'associazione Mosè sarà attiva, espletate le formalità burocratiche. La "Casa di Mosè" resterà Rsa fino al 31 marzo, ma se non ci saranno intoppi dovremmo riuscire a partire già dal primo marzo, per assicurare la continuità con il passato. La soluzione che abbiamo individuato garantisce gli stessi servizi. La nostra iniziativa ha riscosso anche l'interesse di altri comuni del territorio, che ci hanno chiesto ragguagli sul progetto, perché la situazione delle piccole case di riposo è un po' ovunque la stessa. Noi abbiamo trovato questa soluzione che ci sembra la migliore per assicurare il bene del paese. Possiamo sbagliare, si possono avere anche opinioni differenti, ma ribadisco che nelle nostre intenzioni c'è solo la volontà di fare il bene del paese. Siamo comunque aperti a tutte le opinioni e alle proposte, come ho già detto la nostra porta è sempre aperta».

Il dibattito sulla Casa di Mosè: la lettera di alcuni pianfeiesi

Il dibattito circa la "Casa di Mosè" si è arricchito di un nuovo contributo, questa settimana, con l'invio di una nuova lettera scritta da alcuni residenti pianfeiesi, depositata anche in Comune.

Chi spera ancora che Pianfei possa avere la Residenza Assistenziale per anziani sappia che nel cassetto è riposto un progetto che non vede l’ora di poter essere reso noto, condiviso e attuato. In questo momento però le condizioni non sono tali da poter con onestà, con correttezza e senso di responsabilità avviare tale “sogno”. Il sogno vede al suo inizio una Associazione di persone con varie competenze e sensibilità, pronte a mettere in campo capacita, buona volontà e tempo, gratuitamente, per condurre la Casa, tanto da ottimizzare già in partenza alcuni costi, affidando naturalmente a figure professionali ben precise l’ambito socio-sanitario, l’assistenza e la cura degli ospiti. E necessario il coinvolgimento di più persone per poter stilare un progetto nella parte dei contenuti, dei servizi e nell’aspetto economico. Il momento non favorisce certo incontri e confronti, ma siamo riusciti a interfacciarci con realtà di Case piccole come la nostra che riescono a rimanere in piedi e creano un buon centro di appoggio e buone risposte per il paese e dal paese. I nuovi scenari consequenziali a questa emergenza sanitaria fanno riflettere anche sulla necessità di nuove procedure e sulla certezza che molte situazioni non saranno più come prima. E servono tempo e anche non poche considerazioni per garantire al meglio i diritti di tutti. Non è opportuno farci sopraffare dall’idea di servire una soluzione di continuità che sarebbe figlia di una fretta pericolosa. Il progetto che abbiamo elaborato può essere attuato gradualmente, vale a dire anche non a struttura piena (attualmente la Residenza ha la capienza di 24 posti), ma ha un senso a partire da 15-16 ospiti. Dove per senso si intende un pareggio di costi: non sarebbe sostenibile partire già con una perdita, là dove l’obiettivo dell’Associazione non è certamente il lucro, ma tanto meno una forma non eticamente corretta. Inoltre negli obiettivi c’è un allargamento sul territorio con interventi a domicilio e un Centro diurno proprio per implementare i servizi socio-sanitari alle famiglie che hanno un anziano in casa o ad anziani che continuano a vivere presso il loro domicilio e necessitano di un sostegno o di forme di collaborazione in momenti della giornata. Attualmente la Casa di Mose conta solo più tre ospiti. Da quando a novembre 2020 è stata dichiarata la chiusura entro il 31 marzo 2021, a poco a poco le famiglie hanno avviato la ricerca di altre soluzioni e, facendo i conti con le difficolta del momento, legate in modo particolare all’emergenza sanitaria, hanno scelto altre strutture per i loro cari. Pensiamo con tenerezza ad ognuno di loro nel percorso di inserimento, con i momenti di isolamento, con l’accoglienza dovuta e provata per sentirsi parte della nuova Casa. Quindi è ovvio che si sta creando una situazione economicamente insostenibile: non è pensabile, a questo punto, dare la dovuta qualità di vita, l’assistenza agli ospiti e garantire dignità di lavoro agli operatori con poche rette di utenza, senza contare il permanere dei costi fissi legati alla struttura, dal riscaldamento all’energia elettrica, alla manutenzione, alla pulizia dei locali. Occorre fare una pausa di riflessione, attendere che la pandemia finisca, valutare quali saranno le nuove condizioni sanitarie ed essere in condizioni tali da poter serenamente e senza fretta fare scelte non provvisorie, ma ben fondate, testando quali bisogni esprime la terza età che vive nel nostro territorio. Siamo sicuri che occorra attivare un sistema che assicuri la centralità della persona e del suo abitare (…), promuovere un ambiente sociale in cui la qualità della vita sia data anche dai processi relazionali che contribuiamo a mettere in moto, dalla corresponsabilità fra Pubblico, Privato e Cittadini; un ambiente sociale in cui il “Prendersi Cura dell’Altro” risponde ad una scelta consapevole, di valore e di responsabilità sociale sentita da parte di tutti quelli che vivono e abitano in questo territorio (…). E proprio quando subentrano fragilità e quando si riducono i livelli di autonomia che serve un sistema di servizi capace di offrire risposte appropriate, tempestive ed adeguate, ma soprattutto una comunità disponibile ad assumersi delle responsabilità per prendersi cura di quelle fragilità. Rinnoviamo la nostra completa disponibilità al dialogo con l’Amministrazione comunale. Siamo disponibili a condividere con tutti coloro che vorranno il progetto in modo da apportare idee e forze cosi come siamo aperti ad accogliere eventuali richieste di possibili utenti.

(Elena Bergerone, Bruna Meineri, Maurizia Parola, Eugenio Bongioanni, Manuela Taricco, Gisella Narciso)

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