(a.c.) – I fatti risalgono ormai a ben sette anni fa. All’epoca G.S., 66enne torinese, era residente a Frabosa Soprana. Nel gennaio di quell’anno, stando all’accusa, avrebbe falsificato un assegno da oltre 3mila euro apponendo la firma del presidente di una onlus pro-anziani (suo collaboratore) e consegnandolo a una sua creditrice. Poi si sarebbe reso irreperibile.
Per questo deve ora rispondere di appropriazione indebita e falsa scrittura privata. Lo stesso soggetto, già condannato per truffa nel 2016 a Imperia, è imputato in un altro processo a Cuneo che riguarda una presunta truffa ai danni di una coppia di ex ristoratori di Lisio: secondo gli inquirenti G.S. avrebbe spillato oltre 80mila euro ai due facendogli credere di essere un avvocato in grado di poter risolvere alcune problematiche legate alla vendita giudiziaria di un loro immobile a Lesegno.
Anche alla persona che aveva ricevuto da lui l’assegno, una commerciante di Torino, G.S. si era presentato in veste di avvocato, una decina d’anni fa: «Girava sempre con una valigetta e in compagnia di un collaboratore. Io gli ho dato diversi incarichi ma non ha mai risolto niente» ha raccontato la donna in aula. Quell’assegno, ha spiegato, le era stato dato in pagamento di un debito da 3.280 euro e risultava firmato da colui che la creditrice conosceva come il “braccio destro” di G.S., nonché presidente della fantomatica onlus “Un sorriso per gli Anziani”. Ѐ stato proprio quest’ultimo a denunciare il sedicente avvocato affermando che costui avesse falsificato la sua firma e intestato l’assegno con i dati della onlus di cui lo stesso figurava come segretario e tesoriere.
Invano la donna avrebbe cercato di mettersi in contatto con G.S. per riavere indietro i suoi soldi: «Ѐ scomparso, non l’ho più rivisto quando è emerso che l’assegno era scoperto». L’autore della querela, oggi residente all’estero, è tra i testimoni che dovranno comparire nella prossima udienza del 1 aprile.