Alfabeto di sbadanza. R come Rosso

Torna l'alfabeto di Sbadanza di Nicola Duberti, con un capitolo legato al Rosso.

Rosso come le chiazze di sugo che rimangono sulla tovaglia. Potresti imboccarla tu, tua mamma, ma lei vuole mangiare da sola.

Rosso come il colore che ancora le piace, nonostante sia vecchia e malata. Rosso come il corallo che le induce un sorriso, quando lo vede passando nelle vetrine degli orefici.

Rosso come il sangue: le piccole emorragie sono cosa di tutti i giorni. Anche solo il sangue dal naso, dalle orecchie, dalle gengive prive di denti.

Rosso come la bandiera che non esiste più, quella che doveva portare il popolo alla riscossa e adesso è un cimelio da museo, o un drappo per avvolgerci i panda.

Rosso come i semafori: davanti a loro la sedia a rotelle si ferma, veicolo fra i veicoli, e mamma guarda curiosa l’omino con due gambe che d’improvviso cambia colore e diventa verde.

Rosso come il melograno che guarda mamma passare dal bancone del fruttivendolo.

Rosso che in latino è ruber, come la salsa rubra. Rosso viene dalla radice indoeuropa *reudh, la stessa del greco erythrós e dall’inglese red.

Red come il cane volpino rossastro con cui hai giocato quando eri bambino.

Red come il carpet, il tappeto rosso su cui passano le celebrità che tua mamma vede soltanto alla tivù mentre fa zapping, fra un programma di cronaca nera e un telegiornale.

Rosso tendente al nero come il sangue raggrumato dei casi irrisolti.

Rosso come le ombre dei film western.

Rosso che in russo si dice quasi come bello, per cui quello che è rosso deve essere bello e viceversa. La piazza bella, l’armata bella, la bandiera bella.

Rosso come il pesciolino che da bambino vincevi sempre al tiro a segno del luna park. E poi quello perdeva colore e moriva nella sua boccia. O saltava fuori finendo nella padella piena d’olio sul gas acceso. La fiamma azzurra divorava il pesce rosso.

Rosso come il colore della pandemia. Quando tutto diventa rosso, a tua mamma il colore smette di piacere. E guarda con un certo dispetto anche le rose canine, le fragole, le macchine sportive, le ciliegie, il vino, tutto quello che prima le metteva allegria.

Poi vede il sole e decide di uscire lo stesso.

Con indosso uno scialle color porpora. L’orologio del Toro. E al dito l’anello con un finto rubino.

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