La pandemia, un anno passato pericolosamente, con una serie di notizie ed esperienze emotive collettive non da poco e cosa succede? ci si emoziona ancora perchè una band dichiara pubblicamente la propria fine. “Ma chè siamo, ancora negli anni '60?” potrebbe azzardare a dire un cinico Nanni Moretti dei giorni nostri? Eppure la notizia è di quelle forti che creano un silenzio assordante nel mondo della musica: proprio oggi, a distanza di un anno da quando l'Europa, proprio in Italia, si risvegliò nel pieno di una pandemia. Oggi proprio in un momento in cui la musica arranca e non vede una prospettiva futura, echeggia nell'aria e sui media il refrain “Hold on / If love is the answer you hold” (“Resisti se l'amore è la risposta che possiedi”). Con un video che sa giocare sulle emozioni dell'ascoltatore, fan della prima ora, ma anche di chi la ritiene una delle band più influenti degli ultimi 30 anni.
I Daft Punk hanno comunicato al mondo intero che il sodalizio artistico tra Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter si è concluso. Da oggi 2-22-2021 i Daft Punk sono sciolti.
Poche band hanno saputo attraversare gli ultimi 3 decenni come loro e soprattutto poche realtà, come i Daft Punk, hanno rappresentato la contemporaneità di un mondo in lenta ma costante evoluzione.
Homework è stato il manifesto della musica house e di quell'idea di “fatto in casa” che ha caratterizzato la prima fase degli anni '90; Discovery ci ha presentato una band capace di fare grandissima musica, con grande capacità di intrattenimento, un senso estetico sopra la media e la capacità di comunicare che la musica non è solamente una traccia registrata su di un disco, ma una forma di espressione artistica capace di fondersi con le altre arti (da qui il progetto di Interstella 555 con il grande pioniere degli Anime giapponesi Leiji Matsumoto). In Human After All il progetto Daft Punk prende forma nella sua più vera ed autentica essenza. I due dj francesi vogliono fare capire al mondo che la musica pop può ancora essere una forma di espressione artistica di alto livello e che i progetti possono avere un seguito: i due uomini macchina che non sono più comparsi in pubblico se non muniti dei propri caschi raccontano un mondo fatto di omologazione, dove le macchine e la tecnologia hanno preso lo spazio alla natura umana. Human After All voleva essere un disco suonato, ma al tempo stesso il disco più vicino all'elettronica dei loro maestri Kraftwerk; un disco forse poco amato dal pubblico, ma a cui molte band hanno attinto a piene mani per il proprio futuro (Justice su tutti). E poi arrivò Random Access Memories - in cui tratteggiano la parabola di un uomo che poco alla volta si trasforma in cyborg - e la definitiva consacrazione mondiale: i Daft Punk come re mida, qualsiasi cosa facciano diventa oro; i Daft Punk segnano la linea, un ritorno alla dance; i Daft Punk parlano alle nuove generazioni citando Moroder; la band che può dare una risposta concreta all'imperversare della musica liquida.
Una delle ultime band a seguire le vecchie logiche discografiche tanto care ai “miti” degli anni '70 che ha saputo parlare a tutte le generazioni comprese le ultime, millenials e Z.
Con quel video in cui ci si interrogherà sul perchè sia il cyborg di Bangalter a saltare in aria (tratto da Electroma, del 2006, su cui è stata aggiunta Touch) si segna un punto di non ritorno. Poco importa, ciò che rimane è il dato di fatto che difficilmente una band come la loro torna indietro. Le sole cose a rimanere saranno le canzoni ed i ricordi che ad esempio per chi scrive abbracciano l'intera vita della band: da quando ci si spostava ancora in bicicletta per andare a raccattare il CD che l'amico avrebbe prestato per ascoltare un disco “davvero nuovo!”, si usciva la sera su di una Uno scassata ed a fatica si riconosceva la loro voce nell'apertura di Discovery, fino a quando in casa propria ripercorrendo la strada del modernariato vinilico si acquistava il disco dell'anno 2013. Per non parlare del bagno di folla nel parco della Pellerina per un live che, per quelli che ci sono stati o possono vantarsi di averlo vissuto, è stato qualcosa a dir poco memorabile. In fin dei conti lo scioglimento dei Daft Punk ci addolora non solo perchè se ne va uno dei binomi artistici più importanti degli ultimi anni ed una delle vere e poche icone del pop rimaste in circolazione, ma forse anche perchè, per molti di noi, si chiude un capitolo importante della nostra gioventù.