Cambiare, aprire una porta verso un qualcosa che attira, ma che resta ancora ignoto. Capita spesso di trovarci in una situazione del genere, anche se non sempre si ha la forza rischiare e di sterzare veramente. Questa è la storia di chi questo “salto” lo ha fatto per davvero. Valentina Basso, 37 anni di Mondovì, una laurea al Politecnico e “trapiantata” da qualche anno nel Torinese, ha lavorato al Centro Stile Fiat, contribuendo al successo dell’Alfa “Giulia”, presentata nel 2015. Poi la svolta, inseguendo, con coraggio e determinazione, una passione, rinunciando al “posto sicuro”. Il tutto nel segno di un nuovo hashtag: “Valentina Basso Illustrazioni”. Il 9 febbraio per “Il Battello a vapore” (Piemme) è uscito il libro “Ti nomino Cavaliere - Eroi italiani ai tempi del Covid” di Annalisa Strada, illustrato proprio da Valentina Basso. I Cavalieri sono quelli della Repubblica insigniti dal Presidente Mattarella il 20 ottobre scorso: 56 italiani protagonisti di nobili gesta che si sono distinti nei giorni più bui della pandemia. Un libro per ragazzi, con un tocco monregalese, che parla anche agli adulti.
Ti avevamo lasciata, quasi sei anni fa, al Centro Stile Fiat per l’uscita dell’Alfa Romeo “Giulia” (Valentina si era occupata di “Color&Trim”, cioè di tutto quello che riguarda colori e materiali all’interno dell’auto). Da allora cosa è successo?
Il progetto “Giulia” è stato un traguardo lavorativo davvero importante, che mi ha segnata profondamente sia dal punto di vista professionale che da quello personale. Lo definirei, per me, quasi il “punto di non ritorno”. Finito il progetto, mi sono accorta di aver perso entusiasmo per il lavoro che facevo e, non mi vergogno a dirlo, ho capito che probabilmente non ero fatta per le dinamiche di funzionamento di un’azienda di quel tipo. Non provavo interesse per quella che viene definita “carriera” e mi sono ritrovata a gestire un livello di stress molto elevato, che ha rischiato di compromettere la mia vita privata. Grazie all’appoggio indispensabile del mio compagno, Stefano, ho deciso di lasciare il lavoro e provare a dedicarmi alla mia passione, l’illustrazione. Sono stata ammessa al Master Ars in Fabula, una delle scuole di illustrazione più rinomate a livello nazionale, e per un anno ho fatto la spola tra Torino e Macerata per poter seguire le lezioni. E’ stata un’esperienza formativa fondamentale per poter iniziare ad intraprendere una nuova carriera, così diversa da quella che avevo vissuto per 10 anni.
Come sei arrivata a questo libro?
In maniera del tutto inaspettata. Subito prima del periodo di vacanze di agosto una editor de “Il Battello a vapore” mi contatta, dicendo di aver visto i miei disegni sul mio profilo Instagram (Valentina Basso Illustrazioni) e di trovarli interessanti. Mi propone di lavorare a delle prove in bianco e nero per questo progetto, da consegnare a settembre, al rientro dalle vacanze. Le prove piacciono (sono diventate 3 tavole del libro) e mi viene assegnato il lavoro.
Le storie di “Ti nomino cavaliere, eroi italiani ai tempi del Covid” tocca sicuramente la sfera emozionale di ognuno di noi. C’è una storia che ti ha colpito di più e cosa ti lascia questo volume?
Scegliere una tra le tante storie è davvero difficile. Forse quella che mi ha colpito di più è stata quella di Mahmoud Ghuniem Lufti, un coetaneo e, da poco, concittadino di origine palestinese. La sua vicenda è la testimonianza che, nonostante tutta la narrazione negativa che ci vuole far avere paura dell’altro e del diverso, sono le azioni a determinare il valore di una persona. Quando sarà più grande, leggerò questi racconti a mia figlia e scopriremo insieme che la generosità, quella che fa veramente bene alle persone, si può concretizzare nei piccoli gesti alla portata di tutti: in una realtà che fa dell’eclatante una regola di vita non mi sembra un messaggio scontato. Spero che i miei disegni aiutino molti bambini ad avvicinarsi a queste storie e a riceverne lo stesso insegnamento.
Nel libro le illustrazioni sono in bianco e nero, perché?
E’ stata una scelta della casa editrice, a cui mi sono ovviamente attenuta. Per me è stata l’occasione per mettere alla prova la tecnica messa a punto negli ultimi anni con una modalità di colore con cui non mi ero ancora confrontata. E’ stata una bella esperienza.
Nelle tue presentazioni come illustratrice ti definisci “un’adepta” di un’altra grande artista monregalese…
Con il mio primo stipendio, 10 anni fa, mi sono iscritta ad un corso di illustrazione che Cinzia Ghigliano teneva a Torino. Ero lì per svago, ma lei ha saputo trasformare la curiosità verso questo mondo, a me in gran parte sconosciuto, in amore. Non esagero se dico che è stata la migliore insegnante che abbia mai avuto. Cinzia non solo è incredibilmente competente dal punto di vista tecnico, ma ha anche la capacità di insegnare senza sovrastare lo stile individuale di ogni studente, ma anzi aiutando ognuno ad esaltarne le caratteristiche personali. Ed è una delle insegnanti più generose che abbia mai incontrato: non solo condivide un vastissimo bagaglio di esperienza con i suoi allievi (in questo mondo è una cosa tutt’altro che scontata), ma, a distanza di anni, è sempre disposta a dare un consiglio, incoraggiare, coinvolgere. Se hai bisogno, sai che su di lei puoi contare.
Ed ora cosa c’è nel tuo futuro?
Per ora il mio futuro prevede di capire come conciliare l’arrivo della mia bimba con il proseguimento dell’attività lavorativa. Insomma, per un po’ di tempo lavorerò a rilento, ne approfitterò per pianificare, studiare e, perché no, scrivere qualche storia. Una è pronta, devo solo concentrarmi sulla preparazione di qualche tavola definitiva e poi potrei spedirla agli editori. Incrociate le dita per me!
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