Susanna Aimo, la domestica monregalese della Segre, nominata fra i “giusti di Italia”

FOTOREPORTER ANDREA CHERCHI.

Una targa la ricorderà per sempre. E tutta Italia saprà chi era Susanna Aimo: ragazza di campagna, partita per fare la servetta in una casa di signori benestante di Milano. La famiglia Segre. Quella in cui nacque Liliana: all'epoca una bambina, che veniva accudita da Susanna e che tutt'ora si ricorda del suo affetto e del suo accento Piemontese. Così come si ricordava bene il nome, forse un po' strambo, della località da cui proveniva: Gratteria, provincia di Cuneo. Comune di Mondovì. Ora c'è una targa nel Giardino dei Giusti, a Milano, che racconterà quella storia all'Italia e al mondo. All'intitolazione, ieri, venerdì 5 marzo, era presente anche il vicesindaco di Mondovì, Luca Olivieri.

La storia della signora Aimo venne a galla nel dicembre 2019: quando la Segre, senatrice a vita nonché una degli ultimi testimoni viventi dell’orrore dell’olocausto, venne a Mondovì in forma privata per una breve visita al cimitero della frazione monregalese. Durante una visita ufficiale ad Alba, raccontò al governatore Alberto Cirio un frammento della sua gioventù: quello legato alla signora Susanna, che lavorava in casa Segre a Milano. «Era una donna della provincia di Cuneo – aveva detto –, mi ricordo il suo accento piemontese. Era originaria di Mondovì, di un posto che si chiama Gratteria». Una signora che, quando arrivarono le leggi razziali nel ’38, scelse comunque di continuare a lavorare in casa Segre, pur a rischio della vita. La giovane Liliana, sopravvissuta allo sterminio, reincontrò la signora Susanna a guerra finita: e fu in quel momento che la governante riconsegnò a Liliana tutti i preziosi di famiglia, che aveva nascosto e custodito, pur accettando di vivere nella povertà e nelle privazioni del periodo di guerra. In poche ore il Comune riuscì a rintracciare la tomba e consentì alla senatrice di portare un mazzo di fiori al cimitero per ricordarla. Ma fu una cerimonia privata. Ora il Comune di Mondovì ricorderà Susanna Aimo in modo ufficiale, e per sempre.

La visita della Segre a Mondovì alla tomba di Susanna Aimo

Lo scorso autunno, il Comune di Mondovì aveva istitutito un riconoscimento pubblico per la signora Aimo: «La cerimonia di ieri è stata commovente:  - racconta il vicesindaco - , in ricordo di Susanna Aimo. Entrerà nel Giardino dei Giusti della città. Insieme al nipote Fiorenzo Aimo, accompagnato dalla figlia Laura, ci siamo fatti raccontare da Liliana Segre alcuni ricordi, memorie di una bambina accudita dalla sua tata Susanna. Susanna, da Gratteria, era una persona speciale, ma umile. Aveva certo un coraggio da leone. Sfidando le leggi razziali, continuò ad accudire la piccola Liliana e il vecchio nonno malato, finché i tedeschi portarono tutti via. Il ricordo delle violenze e della morte, tuttavia, non ha cancellato nella mente di Liliana Segre i sorrisi e le carezze di Susanna Aimo. "Una persona indimenticabile" continuava a ripetere pensando a lei. "Le affidammo la custodia dei nostri averi, i gioielli, i ricordi di famiglia. Lei conservò ogni cosa, come la madre di ognuno di noi e quando finì la guerra e l'orrore dei campi di concentramento, quando tornai, mi restituì tutto". Avrebbe potuto approfittarne, come altri fecero. Erano momenti duri. Magari rivendersi gli ori. Susanna, però, era una persona coraggiosa e con un profondo senso della giustizia. Entrò nella famiglia Segre come domestica e badante e ne uscì come una sorella maggiore. Fra pochi giorni, l'8 marzo, ricorre l'anniversario della sua scomparsa. 8 marzo, festa delle donne. A proposito di coraggio, quello vero, quello delle piccole cose, delle persone per bene. Spesso il coraggio è donna. Spesso il coraggio non si vede. Sicuramente lo si commemora, lo si ricorda. Come oggi. L'8 marzo, ricordiamoci tutti che tra noi monregalesi ha vissuto la Giusta Susanna Aimo. Vorrei ringraziare l'associazione GARIWO che ha permesso tutto ciò. Ringrazio anche il bravissimo reporter Andrea Cherchi per le foto concesse».

«Susanna Aimo nacque a Mondovì - si legge sul sito dell'Associazione "Gariwo, La Foresta dei Giusti"- , in provincia di Cuneo nel 1981. Giovane ragazza, tenace e ribelle, lasciò la piccola realtà rurale di Gratteria per la grande città di Milano alla ricerca di un lavoro. È li che iniziò a lavorare come governante per la famiglia Segre dai primi anni del Novecento. Persona fedele e onesta, anche dopo la promulgazione delle leggi razziali nel 1938, scelse comunque di continuare a lavorare al servizio della famiglia, fingendosi un'ospite o un'amica di famiglia. Quando i Segre si trasferirono a Inverigo, la Aimo andò con loro. Stette molto vicina alla Senatrice allora bambina, si prese cura di lei durante gli anni delle persecuzioni contro gli ebrei, proteggendola, nonostante le autorità avessero imposto il divieto di parlare con gli ebrei e di lavorare per loro. Il nonno Pippo (Giuseppe Segre, nonno di Liliana) era malato di Parkinson e aveva bisogno di assistenza continua. Susanna rimase con nonno Pippo e nonna Olga (Olga Loevvy) anche quando Liliana tentò di fuggire in Svizzera con il padre Alberto (Giuseppe e Olga potevano rimanere perché “impossibilitati a nuocere al Reich”). La giovane Susanna strinse un rapporto di grande affetto con tutta la famiglia, tanto che fu pronta a correre pericoli per ogni componente della famiglia Segre. Quando furono deportati nel campo di sterminio - nel maggio del '44 anche Pippo e Olga vennero catturati dopo una delazione e Susanna li accompagnò fino alla camionetta che li portò via - rimase sola a Inverigo, nascose e custodì i loro oggetti, accettando di vivere nella povertà e nelle privazioni del periodo della guerra, per poi restituirli a Liliana Segre dopo il suo ritorno in Italia dalla prigionia, a guerra finita. Non toccò nemmeno le riserve di cibo che c'erano nella casa. Tra i gioielli e i preziosi custoditi, Susanna mise in salvo anche gli album fotografici della famiglia. Cattolica fervente, continuò tutta la vita a pregare per i Morti della famiglia Segre come fossero i suoi. Deceduta nel 1975, Susanna Aimo è ora sepolta nel cimitero di Gratteria. Il Comune di Mondovì nel novembre del 2020 ha conferito alla sua memoria un riconoscimento pubblico».

 

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