8 Marzo: storie di Donne e di lavoro, contro il Covid. Contro, perché lo hanno provato sulla loro pelle. O su quella dei loro assistiti. O perché ha devastato il loro lavoro: nelle corsie dell’ospedale, fra i banchi di scuola, nel bar o nel ristorante, prendendosi cura della bellezza altrui. Il Covid ha devastato le vite di tutti e ha travolto il lavoro di tutti.
Oss in reparto Covid di ospedale: «È stato come essere investiti da un tir»
«I primi casi di Covid? Li ricordo benissimo: erano pochi, singoli. Li consideravamo eccezioni. Poi sono aumentati. Fino al giorno in cui ci è stato detto: attenzione, oggi liberiamo un intero reparto per trasformarlo in letti Covid. Non mi sembrava vero». Chi ci racconta questa storia è una oss di ospedale, chiede di restare anonima. Un anno in prima linea, in un reparto di gente che arrivava in crisi respiratoria, si aggravava e moriva: «Ho visto morire più persone in 12 mesi che in 25 anni di lavoro. (...)
Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 10 marzo 2021
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Fra i malati in casa di riposo: «Mi sentivo impotente. Ho perso quasi tutti “i miei nonni”»
Anna fa la oss in una casa di riposo. Non diremo quale, chiede di soprassedere: «Tanto non significa nulla… quello che ho vissuto io, lo hanno vissuto tutte». Ovvero? «Rabbia. Rabbia e impotenza. Vedevo la paura negli occhi degli anziani. Vedevo “i miei nonni”, immobili e con la bocca aperta per respirare, che mi chiedevano: “come sto, Anna?” E io rispondevo: stai bene, tutto bene, stai tranquillo, guarirai, passerà. E sapevo che era una bugia. Mentivo, forse anche a me stessa. (...)
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