«La lezione più dura» per l’Italia: Gori ai Dialoghi Eula

Il 18 marzo il cuore dell’Italia è tornato a Bergamo: l’intera nazione si è raccolta intorno agli alberi piantumati nel parco pubblico della città, alla presenza del presidente del Consiglio Draghi e del sindaco Giorgio Gori, in memoria delle vittime del Covid. La città padana è il simbolo della tragedia che ha colpito quest’anno: la sua immensa ferita è stata forse il momento in cui più profondamente abbiamo preso coscienza di cosa stavamo affrontando. Proprio per questo la presenza di Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ai Dialoghi Eula Extra, la manifestazione organizzata dal Comune di Villanova con la direzione scientifica di Fulvio Bersanetti, è ancora più significativa. Francesca Schianchi ha aperto l’incontro con il libro intervista “Riscatto”, citando la “Lezione più crudele” del Covid 19. «La lezione è stata collettiva, abbiamo imparato che non si può disinvestire sulla sanità e che non si può incentrare l’intero sistema sanitario sugli ospedali, per quanto eccellenti possano essere – ha detto il sindaco –. Il secondo pilastro della sanità, la medicina del territorio, da anni è stato dismesso. Ricordo di aver spesso incalzato la Regione sul tema dei malati cronici. Le province lombarde figuravano tra le ultime posizioni per numero di medici di medicina generale sul territorio: questo ci è stato fatale perché tutto si è riversato sugli ospedali». Gori ha fatto il punto sulla situazione delle vaccinazioni in Lombardia: «In provincia di Bergamo attualmente siamo tra il 65% e il 75% tra gli over 80 che hanno avuto la prima dose di vaccino Pfizer. La nostra zona non è tra le peggiori ma in Lombardia ci sono stati molti pasticci, abbiamo dovuto fare i conti con diversi limiti organizzativi e gestionali. Sono ottimista nonostante tutto, credo che davvero entro l’estate la maggior parte delle persone avranno avuto il vaccino e potremo affrontare il resto dell’anno con più tranquillità». Sul tema del centralismo della sanità Giorgio Gori ha ribadito la sua fede nell’autonomia dei territori: «Sono un convinto federalista, penso che l’autonomia dei territori sia una cosa virtuosa e che non si debba approfittare della circostanza per fare passi indietro. Però Gino Strada ha ragione, in pandemia la catena di comando dovrebbe essere accorciata, ma così avrebbe potuto essere. Lo Stato avrebbe potuto assumersi delle responsabilità per evitare che ognuno si trovasse ad andare in direzioni diverse». Il sindaco, ha toccato anche il tema della responsabilità individuale dei sindaci, nel prendere decisioni, tema tornato d’attualità con la condanna di Appendino per i fatti di piazza S. Carlo. «Oggi ho rilanciato la notizia del sindaco di Treviglio accusato di omicidio stradale in relazione a un incidente occorso a un uomo che ha avuto un colpo di sonno ed è rimasto trafitto dal guardrail. L’ennesima vicenda che evidenzia una distorsione del diritto che attribuisce ai sindaci una responsabilità al di là del loro mandato. Sostengo la battaglia di Anci e dei miei colleghi». L’incontro è stato aperto dal presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, che ha ripercorso alcuni passaggi del libro di Gori, proponendo alcune riflessioni. In chiusura dell’incontro Michele Pianetta, vicesindaco di Villanova, ha voluto ringraziare tutti i sostenitori della manifestazione, oltre alle Fondazioni bancarie Crt e Crc, anche le aziende villanovesi.