«Dal secondo trimestre 2021 ci attendiamo un ritorno alla normalità». Con queste parole, citando addirittura «la resurrezione dopo la lunga Quaresima», Giuliana Cirio e Mauro Gola e Giuliana Cirio - rispettivamente direttrice e presidente di Confindustria Cuneo -parlano delle previsione del settore per i mesi a venire.
«Il trend generale di questo marzo segna un +1% - spiega Gola -, con varie differenze da settore a settore. Si registrano segni che fanno ben sperare per i mesi a venire: meno ricorso a cassa integrazione, tenuta dell'export, tenuta del sistema imprenditoriale. la speranza è quella di una ripresa dei consumi interni». Dal settore manifatturiero, rispetto al primo trimestre 2021 che chiude con -10%, le previsioni di produzione per il prossimo sono di +8.3%: «Ci attendiamo una crescita degli ordini - ha detto la Cirio - e di occupazione. Anche nel settore dei servizi, che tra l'altro include le rsa, si prevede una crescita del 10,2%». E si attendono le riprese anche per edilizia, terziario innovativo, logistica.
Un tasto dolante però c'è: il rincaro delle materie prime, che in alcuni casi (e parallelamente al rincaro del prezzo del petrolio) tocca picchi che vanno dal 20% (legname) al 40% (metalli o risorse energetiche). A cosa è dovuto questo rincaro? «Un andamento anomalo - spiega Confindustria -, legato a molteplici fattori. Per esempio, all'aumento dei costi dei trasporti o del noleggio dei container. Purtroppo riteniamo che non possiamo attenderci un rientro nel breve termine. Il timore è che dietro a questi giganteschi aumenti, che spesso viaggiano parallelamente all'andamento del prezzo del petrolio pur senza avere una correlazione diretta, si possano nascondere dinamiche speculative o di cartello. Se così fosse, sarebbe davvero preoccupante. Il rischio è che tutto questo finirà inevitabilmente per ripercuotersi sull'aumento dei prezzi».
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