La traduzione del 26 canto del Purgatorio, in monregalese rustico e Kyè, di Nicola DubertiNel 2021 ricorrono i 700 anni dalla morte dell’Alighieri, ecco perché quest’anno il Dantedì assume una valenza tutta particolare. Un anniversario che non poteva passare inosservato, a dispetto del Covid. Ecco perché Giovanni Cera ha inventato una particolarissima caccia al tesoro, per celebrare la ricorrenza. Cera è del Rotary Club monregalese, un uomo di cultura, appassionato collezionista della Divina Commedia e delle sue traduzioni nelle diverse lingue del mondo. Si accorge che manca una versione dantesca in monregalese e ne incarica, l’anno scorso, un esperto dialettologo e artista, Nicola Duberti. «Volevo fare una mostra, intanto pubblico le traduzioni che ho collezionato su Instagram, abbinandole a una selezione di fotografie – spiega Cera –. Cercavo un’idea per questo Dantedì e mi è tornata in mente la traduzione di Nicola. Ci abbiamo lavorato insieme, preparando uno schema dei manifesti».
La traduzione, che Nicola ha preparato, è del 26º canto del Purgatorio, il canto dove Dante incontra il poeta Arnaut Daniel e conversa con lui in provenzale. «L’ho scelto perché mi sembrava interessante questo accostamento tra lingue, che mi dava l’occasione per fare un parallelo nel dialetto – commenta Nicola –: così al monregalese rustico ho accostato il Kyè». La traduzione di Nicola viene smembrata in diversi manifesti, appesi in giro per la città, con l’invito per i monregalesi a cimentarsi con l’enigma: di quale canto si tratta? Soprattutto, chi è il traduttore misterioso? «Abbiamo avuto il problema della zona rossa a un certo punto, ma non potevamo tornare indietro le affissioni erano già prenotate – dice ancora Cera –. Sono soddisfatto ugualmente però, abbiamo avuto delle risposte nonostante tutto e un vincitore». Un vincitore giovanissimo: si tratta di Mattia Ghisolfi, di 12 anni (nella foto). Il ragazzo ha visto i manifesti nel corso delle passeggiate con il padre Alessandro e si sono appassionati alla sfida, sono andati a cercarli uno dopo l’altro. Hanno identificato il canto e successivamente l’autore della traduzione. Duberti ha tradotto Dante in una variante precisa del dialetto monregalese: ovvero quella più rustica: «L’ho scelta perché è più duttile rispetto al piemontese di città, con varianti diverse a seconda delle borgate di provenienza e molto interessanti – ci spiega –: a Mondovì si parlava un piemontese più “nobile” con tante forme simili a quelle che si parlavano a Torino. Per esempio pensiamo all’esito del latino noctem, che nel piemontese di Mondovì è neuit, mentre nel rustico si palatalizza in neucc. Il monregalese è un dialetto molto interessante, via di mezzo tra il langarolo e il cuneese. Oltretutto abbiamo documenti settecenteschi che documentano un monregalese ancora più particolare, con caratteristiche ancora diverse». Al vincitore, oltre alla giusta gloria e a un invito per la riunione conviviale del Rotary Club (quando sarà possibile), sarà regalata una pubblicazione del Club e con un volumetto dantesco adatto alla sua età: una parodia fumettistica di Dante, per imparare con la giusta dose di divertimento.