(a.c.) – Per P.A., residente a Mondovì e di origini calabresi l’accusa era quella di essersi introdotto nell’abitazione della ex e aver rubato due mazzi di chiavi. L’episodio risale all’ottobre di due anni fa, quando la relazione con la donna si era conclusa da alcuni mesi. P.A. era stato avvistato da una vicina di casa introdursi nell’abitazione di lei, in una via del centro di Villanova M.vì. Dal balcone di casa sua, aveva visto l’imputato divellere la rete metallica del giardinetto.
I Carabinieri di Villanova, intervenuti pochi minuti dopo, avevano constatato i danneggiamenti alla porta e la presenza del Suv bianco in uso a P.A. a poca distanza. La vittima del furto aveva denunciato la scomparsa di due mazzi di chiavi, quelle dell’abitazione e quelle della sua auto, che conservava in un punto nascosto dell’abitazione. Di fronte al giudice, l’imputato non ha negato di essersi recato nei paraggi quel giorno: «Ero lì perché stavo trattando l’acquisto di una casa a fianco. Le chiavi di casa della mia ex le avevo ancora perché siamo stati assieme per quattordici anni».
L’autrice della querela, costituitasi come parte civile, ha precisato che le chiavi rese da P.A. aprivano serrature vecchie ormai sostituite. Il pm ha parlato di un rapporto «alquanto problematico» tra i due, che già nel 2014 aveva portato alle prime denunce. Per la parte civile «colpisce il quadro complessivo che vede l’imputato esercitare da anni lesioni personali, maltrattamenti, minacce, furti tentati o realizzati e danneggiamenti dell’auto». All’opposto, la difesa ha sostenuto che anche quell’episodio rientrasse nel panorama singolare di una relazione costellata da allontanamenti e riavvicinamenti. Accogliendo l’ipotesi accusatoria del furto aggravato, il giudice ha infine condannato l’imputato alla pena di due anni e otto mesi di reclusione e al risarcimento dei danni alla parte civile.